Enti locali chiamati sempre più ad autofinanziarsi

Gazzetta del Sud Francesco Celi I cordoni della borsa li tengono il governatore Lombardo e l'assessore all'Economia Armao, e un drappello di fidati dirigenti superpagati, a Caterina Chinnici, che siede in Giunta a Palazzo d'Orleans con delega alle Autonomie locali, l'arduo compito di fronteggiare le paure dei 390 sindaci siciliani: ieri è toccato ai 108 del Messinese, incontrati nel pomeriggio nel Salone delle bandiere di Palazzo Zanca. Accompagnata dai suoi più stretti collaboratori, introdotta all'uditorio dall'assessore alle Finanze del comune capoluogo, Orazio Miloro (Buzzanca impegnato all'Ars), che ha anche moderato gli interventi degli amministratori della provincia, la Chinnici ha tratteggiato per sommi capi il quadro economico dell'isola noto peraltro ai più, ovvero a tinte foschissime, ha preannunciato tagli rilevanti perché i tempi sono difficili e anche da Roma non arriva il flusso di denaro di una volta, ha comunicato la speranza di risparmiare agli enti locali dell'isola quantomeno lacrime e sangue: «L'obiettivo», sintetizziamo il senso di un incontro dal quale altrimenti emergerebbero solo gli esempi di cortocircuiti tra enti locali e potere regionale, il rosario delle doglianze dei sindaci e la buona volontà di un magistrato prestato alla politica, «è quello di ripristinare il Fondo per per autonomie o, in alternativa», ha detto la Chinnici, «di ridurre i tagli nei trasferimenti, presenti nel disegno di legge sulla stabilità regionale», la vecchia Finanziaria, «massimo al 10%. Il mio staff», ha fatto sapere l'assessore, «sta già lavorando ad alcune ipotesi di modifiche che presto saranno portate all'attenzione della giunta regionale. Io non sono tutto il governo, ma mi farò carico di aprire un dialogo con i colleghi di Giunta perché una serie di tematiche, anche se non rientrano nelle mie competenze, hanno ricadute sulle autonomie locali». Sorvoliamo sul pur apprezzabile bla-bla-bla metodologico che ha previsto «l'avvio di un percorso di collaborazione sinergica tra amministrazione centrale e autonomie locali sul tema del trasferimento delle risorse», roba da far venire l'orticaria, la verità è – e la Chinnici peraltro lo rileva – che i comuni dovranno imparare ad autofinanziarsi sempre più visto che di denari da Palermo e da Roma ne arriveranno sempre meno. Sarebbe già un successo se la Regione mettesse nelle condizioni gli enti locali di non dover affrontare inutili ostacoli e paradossi dagli effetti paralizzanti e se limitasse gli sprechi che sono più ampia di quanto si voglia far credere o si riesca a denunciare: lo affermiamo rifuggendo da tentazioni populistiche o demagogiche. Come dar torto al sindaco di Roccalumera, Gianni Miasi, quando afferma che la scorsa estate, registrando la sua cittadina un innalzamento della popolazione da 4mila a 18mila anime, avrebbe voluto imporre la sosta a pagamento sul lungomare per questioni di vivibilità e anche per far cassa, ma non lo ha potuto fare perché la strada corre sul demanio marittimo e pur volendo pagare un canone questo non è stato possibile? Eppure basterebbe che la Regione firmi una convenzione! «Non parlatemi di rifiuti, Ato idrico e gestione del personale, questioni che pure vi affliggono», ha ammonito i sindaci la Chinnici, «perché si tratta di campi nei quali non ho competenza». E allora i sindaci, da Foti (Sant'Alessio) a Pettinato (Fondachelli), da Grasso (Alì Terme) a Leto, e via via tutti gli altri intervenuti, si sono limitati, si fa per dire, a snocciolare i più disparati problemi di centri collinari e montani, rivieraschi e termali. Problemi veri, reali, gravi: servizi sociali e approvvigionamento energetico, la capacità di assicurare servizi e la possibilità di farlo – ecco un possibile aiuto da parte della Regione – in via consortile. Certo, se i Comuni cominciassero – e lo ha auspicato la stessa Chinnici – a lottare davvero l'evasione tributaria... Quanto all'azione governativa, e per certi versi compensativa, dell'assessore Chinnici, il suo staff sta provando a limitare i danni. «Per esempio su mia proposta», ha fatto sapere, «è stato inserito nel disegno di legge un fondo di 200 milioni destinato agli investimenti. E ci sono altre proposte di modifica che i miei uffici hanno elaborato: l'istituzione di un pool che affianchi le Amministrazioni nell'istruzione di progetti che ambiscono a finanziamento comunitario; la revisione e la razionalizzazione, all'interno del Fondo per le autonomie, del "sistema delle riserve" attualmente destinato a finanziare esclusivamente pochi Comuni, liberando così risorse da ridistribuire alla generalità degli enti locali». Quanto alla valorizzazione del patrimonio immobiliare, è partita che si sta giocando su ogni fronte e nel più virtuoso dei casi potrà regalare solo un po' di ossigeno; che vengano, infine, aboliti i difensori civici nei Comuni al di sotto dei 15 mila abitanti è provvedimento che non ha neppure il valore del palliativo.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 12/15/2010

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