Riceviamo dall'avv. Alfio Ziino e pubblichiamo:
Egregio Direttore
Da un po’ di tempo a questa parte si sono verificati, nel nostro territorio, numerosi furti e più volte mi è stato chiesto, sconsolatamente, cosa mai facessero i Carabinieri.
I meno giovani tra noi rammenteranno i tempi in cui il Maresciallo, ricevuta una denunzia o una querela, si attivava immediatamente svolgendo indagini, convocando le parti in caserma, approntando appostamenti. Non funziona più così. Lo stesso Maresciallo, oggi, ricevuta la medesima denunzia o la medesima querela, è obbligato dalla legge a trasmetterla immediatamente alla Procura della Repubblica competente, attendendo “disposizioni” in merito alle indagini da eseguire, disposizioni che possono giungere anche dopo…mesi. Con il risultato che in mancanza di una fortuita fragranza di reato, se non spunta fuori un pentito, una telecamera di sorveglianza, una intercettazione, detto risultato è pari a zero pur in un paese, l’Italia, che tra carabinieri, poliziotti, guardie di finanza, corpi forestali, polizie provinciali e municipali, vigilantes vanta oltre quattrocentomila tutori della legge ( uno ogni centocinquanta abitanti, cioè uno per ogni condominio o casolare del nostro Belpaese).
Mi sembra ovvio affermare che il sistema non funzioni e mi sembra intellettualmente disonesto spacciare la richiesta di modifica di tale sistema, concedendo alle forze di polizia tutte di procedere esse in autonomia allo svolgimento delle indagini riferendo quindi alle Procure interessate, come un attacco alla indipendenza della Magistratura inquirente. Non è possibile neanche ipotizzare che le poche migliaia di procuratori della Repubblica o loro sostituti abbiano la concreta capacità di disporre, e eseguire, un numero di indagini pari a quelle che possono essere effettuate da centododicimila carabinieri, centocinquemila poliziotti, ottantamila guardie di finanza, etc…
Parimenti dicasi per la cosi detta obbligatorietà della azione penale, quella che impone per legge ai procuratori della Repubblica di indagare e perseguire ogni possibile fatto costituente reato.
Secondo gli ultimi dati pubblici a mia conoscenza, nel 2006 sono state oggetto di furto 165.366 autovetture, 454 al giorno. Moto e motocicli sono stati 73.119 circa 200 al giorno. Non ho dati relativi ai camion.
Bene, la denunzia relativa ad uno di detti furti, giunta sulla scrivania del Procuratore della Repubblica o suo sostituto, con un mero tratto di penna viene trasferita al registro ignoti ( Modello del quale non rammento il numero, ma appunto, “ignoti gli autori, non doversi procedere”, NIENTE INDAGINI). Con la conseguenza che carabinieri, poliziotti, guardie di finanza etc…NULLA FANNO E NULLA POSSONO FARE in mancanza delle predette “disposizioni”. E l’obbligatorietà della azione penale?
Più o meno analoga sorte hanno i furti in appartamento, gli scippi, i borseggi.
Tra risarcimenti e costi di gestione dei sinistri da furto di auto e moto le compagnie assicuratrici patiscono un danno annuo, di circa un miliardo di euro, pagati ovviamente da noi cittadini. Un danno, in ultima analisi, alla economia nazionale che viene evidentemente ritenuto, dalle varie procure, irrilevante a fronte ( e faccio ammenda di linguaggio) di una “scopata” di un qualche noto personaggio.
Avvocato Alfio Ziino
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 2/16/2011
dalla nostra Daniela Bruzzone
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