Giustizia a rischio per i più deboli

Comunicato Aiga La manovra economica 2011, inserita nel D.L. 98/2011, introduce alcune novità in tema di spese di giustizia che stravolgeranno l’attuale sistema e che rischiano di creare un pericoloso ulteriore limite all’accesso del cittadino alla giurisdizione. Una di queste novità riguarda l’obbligo di versare il contributo unificato, ossia una tassa che anticipa in via forfettaria le spese di giudizio, anche nelle controversie individuali di lavoro e nelle cause vertenti in diritto di famiglia. La modifica presenta però aspetti di dubbia costituzionalità, laddove si confronta la norma con gli artt. 3, comma 2 e 4, comma 1 e 35 della Costituzione. La Repubblica italiana fondata sul lavoro, riconoscendo lo stato di “sottoprotezione sociale” del lavoratore, aveva predisposto un processo del lavoro che potesse consentire un’effettiva eguaglianza dei cittadini di fronte alla Legge. La gratuità nelle cause di lavoro, già prevista sin dalla legge 319/58, ha rappresentato un caposaldo del nostro stato di diritto, all’interno del quale la parte debole poteva, attraverso la gratuità dell’accesso alla giustizia, essere messa nelle condizioni di poter tutelare i propri diritti. Le novità introdotte dall’ ultima manovra del Governo comporteranno una drastica riduzione del contenzioso, laddove i lavoratori, che già trovano difficoltà ad arrivare a fine mese, non saranno in grado di affrontare esborsi prima ancora di affrontare la causa. All’interno della stessa manovra è stata anche inserita una vera e propria multa (pagamento del contributo unificato maggiorato del 50%) a carico degli avvocati che omettono di indicare nei propri atti la PEC, il numero di fax o il proprio codice fiscale. “La manovra punta ad ottenere un effetto deflattivo del contenzioso pendente rendendo però ai cittadini più difficoltoso l’accesso alla giustizia”. E’ quanto afferma l’avv. Alberto Vermiglio, Presidente della sezione messinese dell’ AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati). “Purtroppo è prevedibile che coloro che non abbiano una certa disponibilità economica possano desistere dall’intento di adire l’Autorità Giudiziaria, dando così vita a casi di vera e propria denegata giustizia” “La categoria forense è da lungo tempo sotto un attacco che ha trovato ulteriore conferma in questo decreto legge ‘sulla manovra economica’” continua l’avv. Vermiglio. ” La sanzione a carico dell’avvocato che omette di indicare nei propri atti la PEC o il codice fiscale infatti non solo non è imposta da alcuna norma procedurale ma è persino sconnessa da quelle finalità di efficienza e celerità della giustizia cui la manovra sembrerebbe mirare”. “ I maggiori costi connessi all’introduzione dei giudizi - conclude Vermiglio - finiscono per danneggiare in particolar modo i giovani legali che spesso, all’inizio della propria carriera professionale, rappresentano parte di quella clientela che non gode di una solida posizione economica e che non potrà permettersi di iniziare una causa a queste condizioni. Tutto ciò conferma che il nostro non è un paese per giovani”.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 7/18/2011

Condividi questo articolo

 


Potrebbero interessarti...



Vetrina immobiliare

Rustico Quattropani isola di Lipari
Casa semindipendente Santa Margherita Lipari Casa semindipendente Santa Margherita Lipari
310.000
Vendesi fabbricato Acquacalda Lipari Vendesi fabbricato Acquacalda Lipari
220.000
Fabbricato panoramico Lipari Fabbricato panoramico Lipari
120.000
Casetta eoliana vista mare Canneto Casetta eoliana vista mare Canneto
160.000

Notizie e interviste dalla Capitale

dalla nostra Daniela Bruzzone

Le ricette

Stroncatura secca

Dalle nostre ricette ingredienti per 4 persone... scoprile!

Eolie Islands

Instagram #vulcanoconsult