Ritratti. Le tante facce del potere.

Ritratti. Le tante facce del potere. Sarà possibile visitare fino al 23 ottobre la grande mostra di arte antica romana, dall'età repubblicana a quella imperiale, con oltre centocinquanta pezzi esposti - teste, busti, statue, terracotte, bronzi e marmi - ai Musei Capitolini. Un pacchetto di cinque mostre annuali, tre dal taglio cronologico: “L'età della conquista” - già realizzata ai Capitolini - dalla seconda guerra punica fino a Giulio Cesare; “L'età dell'equilibrio” da Traiano fino a Marco Aurelio e “L'età dell'angoscia” dalla dinastia dei Severi fino a Diocleziano, intervallate da due altre mostre tematiche e di approfondimento sulla cultura artistica romana: l'attuale “Ritratti. Le tante facce del potere” e “Costruire un Impero”. Nella mostra viene evidenziato il valore del ritratto come espressione del desiderio degli uomini di esorcizzare la morte lasciando ai posteri un'immagine di sé immortale. Tanti i ritratti provenienti dai maggiori musei europei che permettono di conoscere meglio le origini e i modi di rappresentazione del ritratto romano in un arco di tempo che va dalla città repubblicana all'età tardo-antica. Si parte dai primi in terracotta e si attraversa la vasta produzione in marmo e in bronzo di età imperiale. Nelle diverse sezioni, opere belle ed importanti ripercorrono l'evoluzione del ritratto, dai calchi realizzati sul volto dei defunti alle prime elaborazioni ritrattistiche e ai diversi modi di rappresentazione - ideale, con un deciso miglioramento dei tratti facciali secondo i canoni di bellezza vigenti – o realistico, nel quale, al contrario, si privilegia la riproduzione dei lineamenti specifici dell'individuo. Una riflessione, quindi, su un potente mezzo di comunicazione del mondo antico, ampiamente utilizzato dai potenti a conferma del proprio prestigio personale. Non si tratta tanto di riprodurre il proprio aspetto quanto di offrirne un'immagine energica o divinizzata, sempre allo scopo di sottolineare la propria concezione del potere e distinguersi dai predecessori. I ritratti di Nerone, Vespasiano e Tito, Adriano e Antonino Pio, Marco Aurelio nella sezione "Il volto dei potenti" mostrano come le loro immagini siano state costruite in chiave di comunicazione politica. Interessante anche il fenomeno dei privati cittadini della classe dirigente che in età imperiale, si fanno fare il ritratto tentando di adeguare la propria immagine a quella del loro imperatore. L'ultima sezione, su “Le acconciature femminili”, evidenzia come anche i cambiamenti di moda e gusto non siano fenomeni esclusivamente estetici, ma riflettano profonde trasformazioni in atto all'interno della società. Ai Musei Capitolini prorogata fino al 23 ottobre.

, a cura di Daniela Bruzzone

Data notizia: 9/16/2011

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