Il Palio delle Botti di Castell'Umberto

Il Palio delle Botti di Castell'Umberto Giuseppe Giarrizzo A Castell’Umberto, piccolo centro nel cuore dei Nebrodi, se le inventano proprio tutte. Sabato 12 e domenica 13 novembre, in occasione della festa di San Martino, nella piazza antistante il municipio si è svolta la quarta edizione del “Palio delle Botti delle Contrade Castanesi”. Undici squadre da due elementi ciascuna si sono sfidate in una gara a dir poco singolare: far rotolare delle grosse botti attraverso un circuito a gimcana e condurle al traguardo nel minor tempo possibile. Competizione spettacolare e davvero sfiancante, considerata la difficoltà di mantenere la botte all’interno di un percorso tortuoso composto di discese, salite e curve a gomito. Tra i partecipanti anche alcune coppie provenienti da Galati Marmetino, Villafranca Tirrena, Palermo e, per la prima volta in assoluto, una coppia di donne, giunte apposta per l’occasione dalla città dello Stretto. Ma ad aggiudicarsi la vittoria, col relativo premio in denaro, anche quest’anno sono stati due autoctoni: gli umbertini Gaetano Conti Canalaro, già vincitore delle tre scorse edizioni e Vincenzo Pruiti Ciarello, alla sua prima esperienza al palio. Una grande festa popolare, che diviene occasione per promuovere e valorizzare i prodotti agro-pastorali e condurre i numerosi visitatori, giunti da ogni angolo della Sicilia, in un ambiente dove i profumi, i sapori, le suggestioni della civiltà contadina fanno da presidio ad uno stile di vita autentico e sano. «Il palio delle botti – ha affermato il dott. Vincenzo Lionetto Civa, presidente del consiglio comunale - è un modo come un altro per promuovere i prodotti del territorio e destagionalizzare l’offerta turistica. Qui a Castell’Umberto abbiamo l’esigenza di sopperire alla mancanza del mare, per cui occasioni come questa, spalmate durante tutto l’arco dell’anno, ci consentono di realizzare a Castell’Umberto un tipo di turismo “mordi e fuggi”, da fine settimana, offrendo ai visitatori l’opportunità di mangiare sano, ammirare le bellezze naturali e godere di un ambiente salubre e genuino». Secondo il dott. Tito Barbagiovanni, vice sindaco del comune umbertino, «la manifestazione in oggetto è senz’altro un modo per attirare visitatori, ma possiede anche una chiara valenza culturale. Difatti l’intento è anche quello di far riscoprire alla cittadinanza i valori e le tradizioni, non solo culinarie, legate al nostro territorio. Il palio è chiaramente una formula mutuata da altre realtà, in specie quelle toscane, tuttavia – ha precisato l’amministratore - abbiamo cercato di riadattarlo in chiave “nostrana”, innestandovi sopra elementi caratteristici della nostra comunità». Numerosi gli stand allestiti in piazza “IV Novembre” in cui hanno fatto mostra di sé i prodotti della tradizione umbertina e nebroidea: le fave cotte a “cunnigghiu”, la “pasta reale” alle nocciole, l’olio extra vergine d’oliva, i dolci liquori al pistacchio e alla nocciola e, naturalmente, il vino novello. Ed inoltre, spazio all’artigianato locale con i ragazzini delle scuole elementari impegnati nella lavorazione della pietra: un progetto realizzato dalla scuola in sinergia con l’amministrazione comunale e la regione siciliana, con l’obiettivo di avvicinare le nuove generazioni agli antichi mestieri e dar loro gli strumenti necessari a “reinventarsi” un lavoro. All’interno del palazzo municipale è stata invece allestita la mostra “Visioni in cuoio” di Privitera e Pracanica. I due artisti, con alle spalle un’esperienza quarantennale, vantano collaborazioni con il museo archeologico di Lipari, dove hanno restaurato una collezione di dipinti su vetro e con il museo didattico degli strumenti musicali presso il Castello di Montalbano Elicona. Le loro opere sono inoltre presenti in molte collezioni private, sia in Italia che all’estero. Dalla realizzazione di elementi d’arredo ad importanti opere di restauro, fino all’elaborazione di percorsi didattici basati sull’utilizzo di antichissime tecniche di lavorazione, il Laboratorio d’Arte di Nino e Gina Pracanica rimane uno dei punti fermi nel panorama dell’arte e del restauro made in Sicily ed un valore aggiunto per una festa, “quella del Palio delle Botti”, i cui organizzatori dimostrano ogni anno di saper guardare oltre dando il giusto valore a tutto ciò che racconta le nostre comunità, le nostre vite, la nostra storia.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 11/15/2011

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