Subba: non è il momento delle strumentalizzazioni

Subba: non è il momento delle strumentalizzazioni Pubblichiamo uno stralcio della significativa lettera inviata di recente dal responsabile del settore finanziario del Comune di Lipari, dott. Francesco Subba al Sindaco, agli assessori, ai consiglieri comunali, al comissairo per il Bilancio Girolamo Ganci. Ed ancora al Ministero dell'Economia, all'Assessorato regionale alle Autonomie Locali e alla Corte dei Conti. (...) gli obiettivi del Patto di Stabilità interno risultano proibitivi (il saldo finanziario obiettivo da raggiungere, che nel 2010 era – € 27.000,00 nel 2011 è stato rideterminato dal Governo centrale in + € 1.056.000,00 con una differenza di € 1.029.000,00 che l’ente doveva colmare con ulteriori sacrifici economici a carico della comunità amministrata) ma, nonostante ciò, così come già avvenuto l’anno precedente, avremmo tentato di rispettare il nuovo e penalizzante saldo annuale sul filo del rasoio, se necessario bloccando gli impegni e i pagamenti come avvenuto l’anno precedente (nel 2010 li abbiamo bloccati per 20 giorni circa quest’anno sarebbero serviti almeno 60 giorni di blocco); da una azione di ricognizione di partite debitorie, operata ai sensi di quanto previsto dagli artt. 193 e 194 del D.Lgs. 267/2000, sono purtroppo emerse richieste di copertura finanziaria dei vari settori e servizi dell’ente per un importo pari a circa € 2.000.000,00. Su sollecitazione del sottoscritto l’organo di governo ha con immediatezza avviato una azione di verifica sull’insorgere di tali partite e sarebbe forse opportuna anche una conseguente azione degli organi di controllo dell’ente (consiglio comunale e organo di revisione contabile); l’ente è in condizione di fronteggiare le partite debitorie sopra evidenziate, utilizzando l’avanzo di amministrazione non vincolato, che è pari a circa 3.000.000,00 di euro, ma l’applicazione di avanzo non è contabilizzata ai fini del saldo del patto di stabilità interno e si determinerebbe un automatico sforamento dello stesso Patto di importo pari all’ammontare delle partite debitorie finanziate; da quanto evidenziato ai paragrafi immediatamente precedenti scaturisce che l’ente si trova a scegliere tra il finanziamento dei debiti e conseguente sforamento delle norme sul Patto di stabilità (questo renderebbe il bilancio illegittimo per violazione di legge e determinerebbe l’applicazione delle sanzioni previste per lo sforamento dei limiti imposti dal Patto di stabilità, una delle quali è la riduzione dei trasferimenti statali in misura pari allo sforamento con il limite massimo del 3% delle entrate correnti registrate nell’ultimo consuntivo approvato) o il tentativo di rispetto dei limiti imposti dal Patto e necessario mancato finanziamento dei debiti con conseguente dissesto finanziario per impossibilità di fare validamente fronte a crediti liquidi ed esigibili di terzi; il paradosso della situazione, già lamentata da quasi tutti i Comuni d’Italia, è che le norme sul Patto di stabilità impediscono agli enti di utilizzare i fondi che hanno a disposizione, o che hanno economizzato nel tempo, al fine di onorare i propri impegni o di rendere servizi alla collettività tramite investimenti; l’assurdità della situazione è quella di un comune virtuoso che è tra i pochi a non avere ancora problemi di liquidità, che paga regolarmente stipendi e fornitori, che non contrae mutui da più di un decennio, che utilizza avanzo di amministrazione solo per fronteggiare debiti fuori bilancio come previsto dalla legge, che si limita a stanziare in bilancio spese per servizi essenziali e quasi nessuna liberalità (situazione non coerente con lo stato di Comune a prevalente economia turistica), eppure è a rischio non di dissesto finanziario per precarietà finanziaria ma di quello che può essere definito dissesto finanziario determinato da disposizioni di legge; la possibilità…. anzi la certezza che si verificassero situazioni come quella sopra descritta era stata messa in evidenza dalle associazioni degli enti locali, e si aspettavano novità dalle varie manovre finanziarie dell’anno, ma il Governo non ha ritenuto di apportare sostanziali modifiche all’impianto di un Patto di stabilità che determina evidenti penalizzazioni di enti virtuosi o di enti che non hanno particolari difficoltà finanziarie; SEGUE

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 11/17/2011

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