Nella "Sala dei grandi" la testimonianza di Brundu

Nella "Sala dei grandi" la testimonianza di Brundu Michele Merenda SALINA – Importante rappresentanza delle Eolie e di Salina in particolare a quello che è stato un autentico evento nella “Sala dei Grandi” del Palazzo della Provincia di Arezzo. Pochi giorni fa, infatti, Antonio Brundu, bibliotecario ed addetto culturale di Malfa, uno dei tre comuni del cuore verde dell’arcipelago, ha dato la sua testimonianza al “Progetto Europeo Europe for citizens – Storia e memoria-la Resistenza dei militari italiani a Cefalonia e Corfù”. «Ho vissuto indirettamente quei tragici momenti – ha detto con vibrante passione Brundu alla numerosa platea – perché mio padre Vittorio, oggi novantenne, è uno dei sopravvissuti del battaglione Acqui, sterminato dai tedeschi. Lui ci ha spesso raccontato quei momenti terribili, facendoci proiettare con la mente verso quelli che furono dei fatidici istanti». Durante la serata sono state tracciate le linee storiche salienti: al momento della resa dell’8 settembre, ai soldati del battaglione, isolati dal resto del mondo, vennero poste tre alternative: allearsi nuovamente con i tedeschi, consegnare loro le proprie armi oppure combattere. All’unanimità, gli italiani scelsero l’ultima opzione e lottarono fino all’ultimo uomo, mostrando che il senso della Patria era ancora vivo in loro. «Mio padre – ha spiegato Brundu – è stato fortunato. Una settimana prima, assieme ad altri suoi compagni, era stato trasferito da Cefalonia alla città di Janina per un corso di telegrafista. Grazie a questo fortunato evento rimase vivo, mentre l’intera unità di diecimila uomini presente sull’isola venne sterminata, assieme al generale Gandin». Una storia narrata per filo e per segno nel libro “Fratelli d’Italia” (2010) dello scrittore liparese Italo Toni, anche’egli presente all’incontro. «Sarebbe bello – ha proposto in conclusione Antonio Brundu – che le nostre isole potessero un giorno prevedere anche uno scambio culturale». Erano infatti presenti, tra gli altri, Evangelios Kekatos e Spiros Pandis, rispettivamente vicesindaci di Cefalonia e Corfù, oltre all’arcivescovo Yannis Spiteris (Corfù, Zante e Cefalonia), il quale ha parlato di come molte famiglie greche abbiano rischiato di essere giustiziate per aver nascosto dei militi italiani. «Quella resistenza – ha commentato il vicesindaco Pandis – è stato un passo decisivo verso la democrazia, la libertà e la fratellanza. Le città ricordano le bombe, gli uomini gli eroi. I nostri due popoli, oltre i governi e gli ordini dei potenti, sono riusciti ad insegnare orgoglio e coraggio. Quando lottiamo tutti per alti ideali – ha concluso con solennità –, usciamo tutti vincitori. In questi momenti così difficili, ciò deve servire da insegnamento ed educazione». Presenti anche Graziella Bettini, attuale presidente dell’Associazione “Battaglione Acqui”e figlia del colonnello Elio Bettini ucciso in quei frangenti, e Claudio Dei, colonnello della rinnovata Divisione Acqui che si è distinto per iniziative umanitarie in Afghanistan. (nella foto, da sinistra: Antonio Brundu, Graziella Bettini, Italo Toni ed il colonnello Claudio Dei)

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 11/23/2011

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