8 milioni di pali luce superati

www.dire.it L'Italia spreca energia non solo per le caldaiette, ma anche perche' e' la terra che ospita 8 milioni di pali della luce, in larga parte vetusti e energivori. Come spiega Paolo Soardo, dell'Associazione italiana di illuminazione (Aidi), in Italia ci sono "8 milioni di pali della luce, e molto longevi, visto che alcuni hanno 30 anni o piu', e continuano a funzionare". Vuol dire che sono stati fatti bene, ma anche che consumano molto. "Si puo' risparmiare moltissimo- conferma Soardo- perche' hanno lampade a vapori di mercurio di 40 anni fa da 50 lumen/watt, mentre quelle di oggi sono da 130 lumen per watt". Sarebbe il caso quindi di sostituirli con pali della luce efficienti, ma bisogna mettere mano al portafogli. "Sostituirli costa 500-1.000 euro per ogni palo- spiega l'esperto- perche' bisogna sostituire anche l'impianto elettrico". Oggi la tecnologia e' cambiata, ed e' meno sprecona. "Ci sono lampade a scarica a ioduri metallici- spiega Soardo- e lampade a led a luce bianca". Sistemi piu' efficienti, e nel caso della luce bianca, anche gialla come si vede spesso in strada, piu' sicuri. "Le luci gialle erano state scelte perche' piu' efficienti- dice l'esperto Aidi- ma oggi con le lampade a ioduri e a led si ottiene la stessa efficienza, ma con luce bianca alla quale l'occhio e' piu' allenato". Sostituendole, "il risparmio nei consumi potrebbe essere nell'ordine del 30%- aggiunge Soardo- e nelle gallerie si vedrebbe meglio e on un minor numero di candele (unita' di misura, ndr) per metro quadro". Restando all'illuminazione delle gallerie, si potrebbe risparmiare energia perche' i nuovi sistemi "funzionano meglio e si cambiano meno spesso- dice Paolo Soardo, dell'Aidi- con il costo della sostituzione di una lampada in galleria che e' alto non tanto per la lampada, ma perche' si deve bloccare il traffico". Tutto cio' tenendo conto che nessuno in Europa ha tante gallerie quanto l'Italia e che, purtroppo, "oggi i led costano ancora troppo, speriamo che calino". Altri risparmi nell'illuminazione stradale, prosegue Soardo, si avrebbe introducendo "segnali stradali a visibilita' cospicua, cioe' grandi e con il led interno, alimentabili anche con energia solare, segnali che possono far diminuire del 50% la luce necessaria per illuminarli dall'esterno". E poi, "con la nebbia i segnali passivi spariscono, quelli attivi si vedono anche a distanza notevole". Piccole isole a diesel L'Italia ha un difficile rapporto con l'energia, e se ne trova traccia anche nell'assetto energetico delle piccole isole. Nelle piccole isole italiane, infatti, l'elettricita' si produce nella stragrande maggioranza dei casi con generatori alimentati a gasolio, spesso vecchi, sporchi, inefficienti. L'inquinamento e' locale, per i gas di scarico cosi' come per l'impatto visivo e per l'inquinamento acustico dei rumorosi motori diesel. In piu' c'e' l'inquinamento causato dalle imbarcazioni (bettoline-cisterna o traghetti carichi di bidoni di gasolio) che portano il combustibile sull'isola. E ancora, i cittadini delle isole minori pagano l'elettricita' piu' degli altri e magari non ne hanno a sufficienza. Le rinnovabili sono una soluzione, trattandosi di aree dove vento e sole non mancano, pero' sono frenate dalle pratiche autorizzative che ad esempio rendono difficile mettere un tetto fotovoltaico perche' guasta il paesaggio. Chi abita sulle isole minori, e le locali amministrazioni, non potendo installare impianti non possono nemmeno godere dei vantaggi fiscali legati agli incentivi alle rinnovabili. Da queste considerazioni nasce la proposta che formula Riccardo Brugnoli, direttore del Servizio qualita' del paesaggio del ministero dei Beni e delle attivita' culturali: una cordata tra gli interessati (ministeri, aziende, enti e associazioni) per evitare sovrapposizioni e contrasti, partendo dalle isole minori e guardando al paese intero, per favorire la diffusione 'giusta' delle rinnovabili. "Le piccole isole possono essere un modello con i loro 36 comuni per l'evoluzione energetica del paese, un paese che ha tutte le risorse rinnovabili che si possano desiderare, e uno dei nostri obiettivi e' proprio creare una task force a sostegno delle piccole isole e delle loro comunita'". Cosi' Rosalba Giugni, presidente dell'associazione Marevivo, promotrice di una campagna di sensibilizzazione per portare le rinnovabili sulle piccole isole. Piccole isole come laboratorio energetico, quindi, dove applicare tecnologie di punta. Come quelle citate dal coordinatore dell'ufficio studi Enea Carlo Manna, che potrebbero nascere dalla ricerca dell'ente con l'universita' di Verona, sulla produzione di idrogeno usando batteri che lo emettono digerendo alghe, batteri scoperti nel Golfo di Napoli. "La piccola isola e' il luogo dove non sperimentare ma applicare e dimostrare un sistema a idrogeno integrato", garantisce Manna. Insomma, forse si arrivera' ad avere anche in Italia un caso come quello dell'isola svedese di Goteland, citato Fulvia Fazio, responsabile Sviluppo del Progetto ambiente dell'Enel, isola grande come tre quarti dell'Umbria e ad elevati consumi energetici, dove un tesoro composto da 99 chiese gotiche convive con le pale eoliche che ne garantiranno l'autonomia energetica entro il 2012. L'appuntamento, infine, che lancia Marevivo e' per ottobre, con un forum sul tema delle rinnovabili nelle piccole isole che si terra' a Capri.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 5/23/2008

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