Da quattro giorni prigionieri in terraferma

( Pubblichiamo la cronaca della Gazzetta del Sud relativa alle proteste di ieri a Milazzo da parte degli eoliani bloccati ricordando che dalla tarda mattinata, come da comunicato dell'assessore Giannò, riprenderanno i collegamenti con l'arcipelago con le navi) Gazzetta del Sud Giovanni Petrungaro MILAZZO Rabbia, disperazione, amarezza. Queste le reazioni degli eoliani che ormai da quattro giorni sono bloccati a Milazzo per lo stop ai collegamenti verso l'arcipelago a causa delle pessime condizioni meteomarine. Ieri è stata una giornata di tensione, con circa 300 isolani che hanno cercato in tutti i modi di convincere il comandante della Siremar a mollare gli ormeggi alle 18, per evitare di trascorrere l'ennesima notte negli alberghi della città del Capo. Ma l'ufficiale sarebbe stato irremovibile: il mare forza 5 ed il vento che soffiava a 18 nodi, non consentiva una navigazione in condizioni di sicurezza. Inutile anche la richiesta di far salpare la nave Laurana, che della flotta è quella che ha la stazza maggiore e quindi potrebbe effettuare la tratta in condizioni di sicurezza. Problemi organizzativi è stato risposto a chi, attraverso la Capitaneria – unico ente a prestare assistenza agli eoliani – ha cercato di avere chiarimenti. "«Non è possibile continuare a vivere in queste condizioni – hanno affermato alcuni abitanti di Lipari -. Siamo a Milazzo da domenica sera, ultimo giorni in cui è partita una nave verso l'isola. Siamo stati costretti a dormire negli alberghi di Milazzo con costi notevoli, visto che per una singola viene chiesto 80 euro e per la doppia 120. Ovviamente non ci sono alternative». «Milazzo approfitta di questa situazione per riempire gli alberghi – tuona un abitante di Salina – invece dovrebbero esserci delle convenzioni. Non è possibile svenarsi per colpe non nostre». Sul molo anche gli operai di una ditta specializzata di Lipari che ha effettuato un intervento a Milazzo, nella giornata di lunedi, non riuscendo più a rientrare a casa. «Siamo stati in un bed e breakfast, ma il "principale" ci ha detto che non ci rimborserà più nulla. Possiamo dormire sul furgone, oppure sulla nave». E in serata c'è stato chi ad un certo punto ha pensato di occupare il natante della Siremar per trascorrere la notte. Le previsioni per oggi non sono buone, il vento dovrebbe salire a 24 nodi e le condizioni del mare dovrebbero peggiorare. Dunque è concreto il rischio di dover trascorrere un altro giorno qui con tutte le conseguenze economiche e di ogni altro genere che è facile immaginare. Molti puntano il dito anche sull'agenzia della Siremar. «Apre soltanto 30 minuti prima della partenza di una nave – affermano – e quando c'è maltempo si limita ad affiggere un manifesto per dire che non ci sarà la corsa per il maltempo. Ma nessuno risponde al telefono, nessuno dà informazioni, nessuno dà un minimo di assistenza. Ad esempio in mattinata siamo dovuti andare in agenzia alle 6 del mattino per scoprire che la corsa non si sarebbe fatta. Noi eoliani non meritiamo di essere trattati in questo modo. Anche la mancanza di un punto di ristoro o di riparo è davvero paradossale. Lunedi ad un certo punto si è messo a piovere e c'è stato il fuggi fuggi dalla banchina. Un porto di collegamento dovrebbe avere una stazione marittima funzionale» . Un altro aspetto che viene evidenziato riguarda poi lo stato di isolamento delle Eolie. «Da quattro giorni non arrivano alimenti, non essendoci panifici, scarseggia il pane, tranne nelle case di chi lo fa da sé, ma ci sono anche problemi di farmaci e di altri prodotti considerati di prima necessità». Le maggiori difficoltà si registrano a Stromboli e Panarea che sono le siole più lontane dalla terraferma e che subiscono maggiormente la penalizzazione dei mancati collegamenti.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 12/8/2011

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