Gazzetta del Sud
Giovanni Petrungaro
MILAZZO
Il 2011 si è concluso con un incremento quasi del 100 per cento delle pratiche di disoccupazione rispetto all'anno precedente. E le proiezioni di gennaio appaiono ancora più pessimistiche. All'Inps ovviamente mancano le statistiche ufficiali del movimento relativo a questo inizio d'anno, ma quanto emerso nell'ultimo semestre del 2011, crea parecchia preoccupazione soprattutto tra i sindacati.
Quello che allarma è il trend: lo scorso anno tra gennaio e febbraio, circa 1000 lavoratori hanno perso il posto e hanno presentato all'Inps la domanda di indennità di disoccupazione. Nel 2010 il dato nello stesso arco temporale era di 300 persone, oggi, sembrerà paradossale, si spera di mantenere le cifre del 2011. I sindacati tuttavia sono preoccupati per quel che si registra nel territorio tra Milazzo-Spadafora, un bacino di circa 100 mila abitanti, comprese le Isole Eolie.
Lavoro non ce n'è e quel poco che ancora resiste, tende a finire in anticipo rispetto alla naturale scadenza. E così basta poco per una famiglia "normale" «rasformarsi in "indigente". Le industrie, un tempo invocate come l'ancora di salvezza di questo territorio arrancano o addirittura chiudono. Ma decisamente critica è anche la situazione delle aziende più piccole, il cosiddetto indotto con realtà che oggi non solo non riescono a pagare le maestranze ma quando scatta la vertenza non si presentano neppure davanti al giudice conciliatore. E in taluni casi non si conosce – sottolineano i sindacalisti – neppure il legale rappresentante. Insomma, una sorta di aziende fantasma.
E sempre per restare nei numeri – che purtroppo sono l'esatta fotografica della situazione – sembrerebbe che l'Inps di Milazzo abbia erogato lo scorso anno oltre 10 milioni di euro di indennità di sola disoccupazione ordinaria. Il doppio rispetto al 2010. Una crisi insomma che sembra senza limiti e che ha coinvolto non solo il settore industriale ma anche quello commerciale, quello turistico ed il terziario in generale. I soldi erogati riguardano solo il settore della disoccupazione ordinaria, ma è utile sottolineare che le richieste che quotidianamente giungono all'Inps, riguardano anche la disoccupazione cosiddetta a requisiti ridotti e speciale.
Purtroppo, nel comprensorio di Milazzo, titolari delle aziende oggi non sono più in grado di pagare i loro dipendenti e procedono al licenziamento. Ecco quindi la corsa all'Inps per ottenere la disoccupazione. Cifre che fanno riflettere e che trovano una interfaccia in due realtà che sino a pochi mesi addietro rappresentavano un traino per l'economia del comprensorio milazzese. Un esempio? L'Aicon, passata nel giro di qualche anno dalla quotazione in Borsa al tracollo, nonostante vari tentativi di accordi con i sindacati. Oggi i dipendenti sono in cassa integrazione, senza futuro.
È andata addirittura peggio a coloro che operavano con ditte dell'indotto. Qui avere contezza dei dati è tutt'altro che semplice vista la presenza, nei tempi d'oro di una miriade di aziende (contati sino a 500 lavoratori nell'indotto) che sono scomparsa senza pagare le maestranze. Un quadro a tinte fosche insomma, anche in previsione futura che impone alle istituzioni una sola strategia: quella di fare fronte comune per frenare questa emorragia di chiusura delle aziende e disegnare politiche di contenimento che non espellano le residue forze lavoro.
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 1/26/2012
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