Lupo: passo indietro di Lombardo per l'alleanza

Gazzetta del Sud Michele Cimino Palermo «Se Lombardo farà un passo indietro prima di essere travolto dal rinvio a giudizio, forse sarà ancora possibile lavorare per un'alleanza tra progressisti e moderati in vista delle prossime elezioni», sostiene il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo per spiegare la sua improvvisa decisione di ottenere, lunedì scorso, dalla direzione regionale del suo partito il consenso al ritiro del sostegno al governo in carica e andare, così, a nuove elezioni, magari entro giugno. Non solo. Qualora il presidente della Regione Raffaele Lombardo si tirasse da parte, Lupo sarebbe pronto a riproporre per la guida della Regione la stessa coalizione che esprime l'attuale maggioranza, compreso l'Mpa, recuperando, magari, il rapporto con l'Udc. «Bisogna separare –spiega – la situazione giudiziaria del presidente dalla possibile alleanza con l'Mpa. Se vuole salvare il suo movimento – ripete, quindi, il segretario del Pd – il presidente farebbe bene a fare un passo indietro». Lupo è, inoltre, convinto che, senza Lombardo, alla coalizione del Pd con Terzo Polo e Mpa potrebbero aderire anche partiti e movimenti della sinistra. «Io penso – rileva infatti, in proposito – che per aprire un dialogo tra tutti i partiti del centrosinistra e le forze moderate è determinante che il presidente della Regione faccia una scelta responsabile nell'interesse della Sicilia, senza attendere il pronunciamento della magistratura. Per noi è anche importante rilanciare l'alleanza con l'Udc, che oggi è all'opposizione del governo Lombardo». Ed è convinto che, quanto prima i suoi oppositori interni, cioè i responsabili dell'area Cracolici-Lumia e di Innovazioni, Francantonio Genovese, Nino Papania e Salvatore Cardinale, si convinceranno della bontà del suo ragionamento e si uniranno a lui. Ritiene, infatti, che a maggio, subito dopo le amministrative, quando la direzione regionale tornerà a riunirsi per discutere delle sue dimissioni, così come chiesto dall'attuale maggioranza interna, queste saranno respinte e il Pd non solo continuerà ad avere una gestione unitaria, ma potrà subito impegnarsi per le prossime regionali. Per questo, infatti, con chiaro riferimento alla mancata presa di posizione ufficiale a conclusione della direzione di lunedì sera, sostiene: «Abbiamo scelto di non votare un documento per non dividere il partito. Mi auguro che quanto prima, per quanto mi riguarda anche domani, possa avviarsi un chiarimento unitario all'interno del Pd, sull'orientamento espresso dalla direzione». Sono in molti, peraltro, ad essere convinti che anche dall'interno della maggioranza si stiano accelerando i tempi per arrivare ad elezioni anticipate. Magari non proprio a giugno, visto che ancora c'è da approvare il bilancio, ma ad ottobre, per cui Lombardo dovrebbe dimettersi entro luglio. Ma a provocare questa improvvisa voglia di elezioni non sarebbero i guai giudiziari del presidente della Regione, bensì il calcolo sui tempi dell'entrata in vigore della legge costituzionale che riduce il numero dei deputati da 90 a 70, il cui iter procedurale è appena iniziato al Senato. La sua entrata in vigore, infatti, considerato che con la modifica statutaria del 2001 non è più sottoponibile a referendum dopo la definitiva approvazione, è prevista per la primavera del 2013, giusto in tempo per applicarla in caso di scadenza naturale dell'attuale Ars. Se, invece, si andasse a votare ad ottobre, i deputati da eleggere sarebbero ancora 90 e non 70. E quanti temono di essere penalizzati dalla riforma salverebbero la poltrona.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 4/4/2012