Tumore al seno nelle giovani malattia a sé

Tumore al seno nelle giovani malattia a sé Domenica 13 maggio regala l'Azalea della Ricerca per la festa della Mamma. I volontari Airc di ti aspettano a Lipari ( Corso Vittorio Emanuele, piazzetta delle lettere) Vulcano, Panarea, Stromboli, Filicudi e Alicudi corriere.it MILANO – Il tumore al seno nelle donne giovani è una malattia a sé e come tale va trattata. I ricercatori lo sospettano da tempo e una nuova conferma è stata data di recente durante la Breast Cancer Conference (IMPAKT 4) tenutasi a Bruxeles in Belgio. «Il carcinoma mammario in chi ha meno di 40 anni – spiega Hatem Aziz, a capo del team di oncologi dell’Istituto Jules Bordet autori della ricerca - è una forma di cancro biologicamente differente dagli altri carcinomi mammari, molto spesso più aggressiva e con maggiori probabilità di ricaduta. E ancora accade che venga riconosciuta tardivamente perché in pazienti così giovani non si pensa alla presenza di un tumore, né si fa diagnosi precoce. E’ quindi indispensabile che venga trattata fin dall’inizio in maniera adeguata». 4MILA UNDER 40 SI AMMALANO OGNI ANNO IN ITALIA - In Italia sono oltre 40mila i nuovi casi di cancro al seno diagnosticati ogni anno, di cui circa 4mila in donne sotto i 40 anni. E le stime lasciano intendere che si tratta di un numero destinato ad aumentare. «Si tratta di pazienti che non solo vanno curate con terapie adatte alla loro forma di tumore, ma per le quali è fondamentale tenere conto di due altri fattori oltre alle cure: preservare il più possibile sia la loro qualità di vita e l’integrità fisica che la fertilità. Perché molte di queste giovani donne non hanno ancora avuto un figlio al momento della diagnosi, ma una volta guarite hanno il diritto di poter diventare madri. E i mezzi per consentirlo oggi esistono» sottolinea Angelo Di Leo, responsabile oncologia medica all’ospedale di Prato. LO STUDIO – Analizzando i dati relativi a due differenti gruppi di pazienti (uno formato da 1188 giovani donne con carcinoma mammario e l’atro da 2334) i ricercatori sono giunti agli stessi esiti identificando due tipi di geni che potrebbero essere responsabili dell’aggressività del tumore in queste pazienti. «I geni PI3k e RANKL – spiega Di Leo – potrebbero spiegare la capacità delle cellule tumorali di prolificare, di farlo velocemente e di metastatizzare nelle neoplasie che insorgono sotto i 40 anni. Fortunatamente, come hanno illustrato i colleghi belgi, da un lato abbiamo già a disposizione dei farmaci (che sono già arrivati alle fasi due e tre di sperimentazione) capaci di contrastare specificatamente l’attività di PI3k (i cosiddetti inibitori di PI3k, appunto). Dall’altro disponiamo di un farmaco (denosumab, comunemente usato contro le metastasi ossee) che ostacola l’azione del gene RANKL, ritardando le complicanze della malattia a livello osseo e che nelle giovani donne parrebbe poter essere usato come terapia anticancro vera e propria, e non solo contro le metastasi». Il prossimo passo dei ricercatori è dunque quello di verificare l’efficacia di queste terapie sulle neoplasie del seno nelle malate più giovani, per poter offrire loro cure mirate su questa specifica forma di cancro. UN'AZALEA PER LE MAMME (E PER LA RICERCA) - Proprio per raccogliere fondi da utilizzare nella ricerca, domenica 13 maggio l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) torna sulle piazze italiane con l’iniziativa Azalea della ricerca (per informazioni visitare il sito www.airc.it o chiamare il numero 840.001.001). In occasione della Festa della mamma, con l’aiuto di 25mila volontari, Airc distribuirà in circa tremila comuni 650mila azalee con un contributo minimo di 15 euro l’una con l’obiettivo di raccogliere circa 10 milioni di euro, indispensabili a garantire continuità a quei progetti di ricerca sui tumori femminili che promettono risultati concreti nella clinica. «In soli 30 anni, la guaribilità media dei tumori è più che raddoppiata e per alcune forme – soprattutto per il tumore al seno – i tassi di guarigione sono saliti all’80 per cento. Ma ciò che fa la differenza e che rappresenta la grande conquista della ricerca è l’aumento delle diagnosi precoci, le uniche che consentono interventi curativi e tempestivi» dicono da Airc. V. M.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 5/11/2012

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