Sicilia, Crocetta candidato alla Regione

l'Unità Manuela Modica Un agosto di fuoco per la politica siciliana dopo le dimissioni di Raffaele Lombardo, che porteranno l’isola alle elezioni regionali il prossimo 28 ottobre. Data ormai decisa, come ha reso noto proprio ieri l’ex presidente. Ci sarà tempo fino al 15 settembre perciò per presentare le candidature. Ma c’è chi ha iniziato la campagna elettorale già più di un mese fa. E ci sono alleanze impresse nel fuoco e già nella storia. Il Pd e l’Udc correranno assieme. Gianpiero D’Alia (per la verità, mai davvero propenso a candidarsi) fa un passo indietro e cede la strada a Rosario Crocetta, l’europarlamentare del Pd, ex sindaco di Gela. Ed è proprio questa alleanza a riposizionare gli animi del centrosinistra lì dove erano rimasti con le amministrative di Palermo. Ma anche lì dove da almeno due anni si arrovella il Partito democratico siciliano: come si vince in una regione dove non si è mai vinto? A rendere ancora più vivida la riflessione, la candidatura dall’altro lato della barricata di Gianfranco Micciché, ora al vaglio di Silvio Berlusconi, che di sicuro non scorda il 61 a 0 che Micciché riuscì a fargli incassare nell’isola nel 2001. Una data ormai lontana. Oggi l’uomo forte dell’Udc siciliano, dopo gli anni del cuffarismo, è Gianpiero D’Alia, il messinese che guidò la rivolta dei 40enni proprio contro lo strapotere all’interno del suo partito del tandem Cuffaro-Lombardo. Pd e Udc avranno un candidato comune alla presidenza della Regione. Ma nella sinistra siciliana il toto nomi non si ferma. Se Crocetta ha iniziato la campagna elettorale da settimane, non è stato da meno Claudio Fava, candidatura sostenuta da una fetta di intellettuali e da Libera Sicilia. E la campagna elettorale del catanese Fava ha aperto subito il fuoco incrociato nel centrosinistra, i messaggi tra quest’ultimo e il candidato del Pd non hanno risparmiato neanche Twitter: «La rivoluzione promessa da RosarioCrocetta è durata appena un giorno. Poi s’è alleato con l’Udc, il partito di Totò Cuffaro». Così che il dibattito si fa sempre più in là: «Per trovare uno più a sinistra di me dovrebbero candidare Curcio (Renato, ndr )», provoca Crocetta. E cita anche Berlinguer: «In una fase difficile della storia del nostro Paese ci fu un uomo che lanciò il compromesso storico con una Dc che all’epoca era ignobile». Ma la sinistra siciliana torna alle atmosfere palermitane: «Dopo lo scellerato appoggio al governo Lombardo, l’accordo con gli eredi del cuffarismo segna una rottura profonda nel centrosinistra e testimonia l’affanno di un Pd siciliano senza identità e senza un progetto credibile per la Regione», così ha commentato l’europarlamentare del Pd Rita Borsellino la convergenza dell’Udc su Rosario Crocetta. «Una cosa è certa, non sosterremo mai Crocetta», sostiene anche Giusto Catania, ex europarlamentare di Rifondazione comunista, oggi assessore alla partecipazione e al decentramento democratico nella giunta palermitana di Orlando. «La notizia è che Sel ha finalmente capito di doversi sganciare dal Pd e diversamente da quanto è successo per le amministrative palermitane la Federazione della sinistra, i verdi Rifondazione e Sel andranno insieme», sottolinea Catania. Per questo è sull’Idv che sono puntati gli occhi di tutta la sinistra siciliana. Tanto che ieri Gianpiero D’Alia lanciava il suo appello ufficiale: «Orlando ha l’occasione di diventare il motore di una seconda “primavera politica” per la città che amministra e per l’intera Sicilia. Sia meno orgoglioso e faccia come noi, anteponga all’interesse personale e partitico il bene della Regione, altrimenti rischia di trasformarsi nel migliore alleato di Berlusconi».

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 8/11/2012

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