Siremar-CdI, da novembre disdetta dei contratti

Siremar-CdI, da novembre disdetta dei contratti Compagnia delle Isole ha comunicato a tutte le sigle sindacali che da novembre intende disdire tutti i contratti e gli accordi di qualsiasi livello col personale della società ex controllata Tirrenia – Siremar. La notizia, diffusa dal magazine ship2shore, ha già creato tensione tra le sigle sindacali e i lavoratori. Il presidente della newco, Salvatore Lauro ha comunicato in una nota che “in uno scenario di crisi e di aumento dei costi di gestione la società è obbligata a rivedere le impostazioni, sia strategiche che gestionali, per ottenere l’equilibrio economico che garantisca la continuità del lavoro nel tempo” . “I contratti vigenti- ha sostenuto- sono caratterizzati da istituti superati dal tempo e da oneri divenuti impropri”. Lauro che aveva già fatto presente ai sindacati l’esistenza di questo problema già negli incontri preliminari all’acquisizione della compagnia ha aggiunto che “la volontà è quella di arrivare ad un nuovo accordo, diverso dalle piattaforme esistenti, un contratto aziendale specifico, che, su basi moderne, tenga conto delle peculiarità del trasporto marittimo siciliano e dell’attuale contesto economico generale, a partire dall’inarrestabile ‘corsa’ del prezzo del bunker”. Il presidente nel riconoscere il grande attaccamento del personale all’azienda dimostrato in piena estate durante il passaggio di proprietà ha , pertanto, annunciato l’intenzione “di voler elaborando un nuovo accordo in partnership col personale, a partire dai comandanti e dai direttori”. Se si è già dichiarata aperta all’accordo la Federmar Cisal attraverso Alessandro Pico “per tenere anche in conto le esigenze dell’azienda in un periodo economico tutt’altro che semplice” netta chiusura si registra invece da parte di Roberto Luvini di Filt Cgil. “Ci siamo seccati di questi imprenditori – ha evidenziato- che comprano aziende in difficoltà, peraltro nello specifico supportati da soldi pubblici, dipingendosi come i salvatori della patria, salvo poi, concluso l’acquisto, evocare la crisi economica e l’aumento dei costi di gestione per andare a toccare i rapporti di lavoro. La crisi c’era anche durante la trattativa per la cessione di Siremar: se la nuova proprietà pensava di non essere in grado di gestire la compagnia, cosa l’ha comprata a fare? Peraltro – ha osservato Lupini- la procedura di privatizzazione prevedeva il mantenimento per due anni dei contratti di lavoro in essere, quindi al limite se ne riparlerà nel 2014” .

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 10/8/2012

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