Riceviamo dal consigliere Gesuele Fonti, in risposta al "Grillo" Daniele Corrieri e pubblichiamo:
Caro Daniele, certamente, non poteva sfuggirti la notizia della mia condanna, ed associandomi ad altro Consigliere Comunale, frettolosamente chiedi se riteniamo di doverci dimettere dalla carica che ricopriamo, dico frettolosamente perché ritengo interessante conoscere gli antefatti che nel caso specifico l’hanno determinata, ancorché non ne abbia l’obbligo di farlo.
Correva il mese di novembre dell’anno 2004 quando la società pubblica che gestiva il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti chiese alla Santa Croce S.n.c. la proroga dei servizi che in atto svolgeva nelle more dell’espletamento della pubblica gara.
La Santa Croce, di cui va ricordato ero amministratore, manifestò in tale occasione la propria disponibilità alla proroga verso un adeguamento economico del compenso ormai fermo da anni.
La società pubblica, in un primo momento temporeggiò, successivamente, nel mese di maggio del 2005 predispose una bozza di contratto affermando che per legge i servizi non potevano essere adeguati, ma allo stesso tempo non potevano essere interrotti. Preso atto della situazione, venendo incontro alle esigenze in primis della collettività, firmammo il contratto apponendo una clausola in calce allo stesso di riserva di verifica della rispondenza degli importi.
Orbene, dalla verifica degli importi non solo venne fuori, come peraltro annunciato, il mancato adeguamento, ma l’importo precedente venne addirittura decurtato di una cifra che ad oggi ammonta a circa € 60.000,00.
Solo chi non ha svolto ruoli di amministratore di società o titolare di impresa non comprende quanto questo abbia portato ad una crisi di liquidità dell’azienda, che sommata ai cronici ritardi nei pagamenti per il servizio espletato hanno causato una sofferenza in tutti i pagamenti, tanto da indurre i soci a fine 2006 a cedere l’attività.
Oggi vi è un procedimento in corso presso la Corte di Appello di Messina nella quale confido e spero che un giorno non solo si possa recuperare il mal tolto, ma potranno essere risarciti anche i danni morali, a mio avviso, ingiustamente subiti, sia come sia, confido nella magistratura nella quale nutro massima fiducia.
Vedi caro Daniele, politicamente sono nato democristiano ed in particolare, andreottiano! Ricordo una massima del Senatore a vita: “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina”… non vorrei che stia pagando un prezzo salatissimo per non essermi mai chinato!
Troppe cose strane in vicende che personalmente mi riguardano laddove, anche un legale (non di Lipari) riceve gli ex dipendenti della Santa Croce nello studio di Lipari di altro legale con studio a Lipari incitandoli a proporre azione legale nei confronti della Santa Croce, tutto potrebbe sembrare normale, ma ti assicuro che non lo è! Vedi, questi ad altri fatti sembrano tipici di un costume purtroppo tipico del meridione d’Italia, e qui mi fermo.
In conclusione rispondo alla tua domanda.
In questi giorni ho letto e riletto la normativa che prevede le cause di incompatibilità per i Consiglieri Comunali, e non ho riscontrato in nessun articolo, relativamente al mio caso, cause ostative alla carica di consigliere comunale.
Ribadisco che non ho alcuna lite pendente con il Comune, questa si causa di incompatibilità.
Oggi ho ricevuto tantissime telefonate di solidarietà e di invito a non mollare, a tenere duro e non abbassare la testa, d'altronde come potrei farlo, noi non ci piegheremo di fronte a ingiustizie e vessazioni, questo ci hanno insensato i nostri genitori e questo è quello che dobbiamo trasmettere ai nostri figli.
Tuttavia, per quanto mi riguarda, nell’interesse supremo dell’Ente che anche io rappresento, se il Consiglio Comunale dovesse chiedermelo non esiterei un attimo a fare un passo indietro.
Ti saluto cordialmente e Ti comunico che non replicherò ad altre note.
Gesuele Fonti
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 11/16/2012
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