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Stupiti, sbigottiti, attoniti davanti a quella frase: “ingravescentem aetatem”, il peso dell’età avanzata. Benedetto XVI lascia il Pontificato, il ministero di Vescovo di Roma, la successione di San Pietro, in quella che sembrava una normalissima mattinata di febbraio e che invece si trasforma in un giorno da incastonare nella storia dell’umanità. Alcuni lo sapevano, altri se lo aspettavano – si dirà nel corso della giornata – ma lo stupore è di tutto il mondo. «Una decisione che ci ha colto di sorpresa –sussurra l’arcivescovo di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela, Calogero La Piana –e ci lascia in uno stato confusionale. È ancora troppo presto per valutare serenamente le decisioni di Papa Benedetto XVI, ma è chiaro che non si può non rimanere sorpresi davanti a una scelta così importante per le ricadute che avrà per la Chiesa e per il Mondo intero». Le parole di Benedetto XVI risuonano nella mente di La Piana. Quelle frasi («negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato, rinuncio alla successione di San Pietro ») non possono non suscitare un commento emozionato. «Ai fedeli dico – continua La Piana – che è una scelta che va rispettata, conoscendo la grande personalità e la statura morale di Benedetto XVI. Lo ha fatto per il bene della Chiesa ed è certamente una scelta che porta con sé una grande dose di coraggio. Si può anche ipotizzare – continua La Piana –che voglia rappresentare un invito alla Chiesa cattolica di pensare diversamente il pontificato, in maniera più dinamica, più giovane. Così come richiede la società attuale». Dalle agenzie rimbalzano le notizie e i continui paragoni con la sofferenza sopportata da papa Giovanni Paolo II. Nel primo pomeriggio arrivano le dichiarazioni (poi corrette) del cardinale di Cracovia, Stanislaw Dziwisz, segretario personale di Giovanni Paolo II fino alla sua morte nell’aprile 2005: «Dalla croce non si scende». L’arcivescovo La Piana commenta seccamente: «I paragoni non sono utili, si tratta di due diversi modi di valutare la responsabilità e il peso della decisione. Ognuno ha un proprio modo di sentire, di valutare». Parole emozionate anche quelle di mons. Vittorio Mondello, messinese e arcivescovo di Reggio Calabria-Bova: «È stata una notizia che per la verità non ci ha sconvolto né ci deve sconvolgere –sottolinea – ma certamente ci ha trovati impreparati poiché nella vita della Chiesa un fatto simile è accaduto soltanto quattro volte. Trovo quello del Papa un gesto di immenso coraggio che ha voluto compiere pensando soprattutto, come affermato, al bene della Madre Chiesa. Una persona intelligente e di profonda vita interiore ha riconosciuto che il peso del Pontificato non poteva essere più sopportato dalla sua avanzata età ed ha ritenuto conveniente lasciarlo ad altri più giovani». Il pensiero di Mondello va al popolo cattolico. «Non credo che ci sia molto da dire –conclude –né sia importante trovare risposte a tutte le domande, molte delle quali non hanno motivo di assillarci più di quanto non ci avrebbero assillato se il Papa non si fosse dimesso: dobbiamo fidarci dello Spirito Santo! Mi sentirei, perciò, di dire due sole cose: preghiamo perché il nuovo Papa sia un uomo secondo il cuore di Dio e possa, con l’aiuto divino, affrontare le difficoltà che la Chiesa incontra nel cammino odierno. Preghiamo per Benedetto XVI, perché il Signore gli dia ancora tanta salute per continuare a sostenere la Santa Madre Chiesa con la sua testimonianza di amore e con la sua preghiera».
Mauro Cucè
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 2/12/2013
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