COMUNICATO STAMPA ALTROCONSUMO
PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE E CLAUSOLE VESSATORIE
GROUPON DIFFIDATO E SEGNALATO ALL’ANTITRUST
Prestazioni che non corrispondono a quelle pubblicizzate, coupon inutilizzati per overbooking. Nel 2012 sono state 563 le richieste di intervento ad Altroconsumo su disservizi subìti dagli utenti attraverso Groupon.
In caso di problemi con il coupon Groupon lascia nell’incertezza il cliente sul diritto al rimborso. Nelle condizioni contrattuali mantiene la discrezionalità per stabilire caso per caso come muoversi. Il consumatore ignora quando la società sia tenuta al rimborso relativo all’acquisto effettuato, quali obblighi e responsabilità Groupon assuma in caso di inadempimento del servizio da parte dell’azienda partner o di rifiuto di procedere al rimborso.
Altroconsumo segnala oggi all’Antitrust la scorrettezza di alcune clausole contrattuali e le pratiche scorrette della maggiore società di couponing online. Con una lettera di diffida chiede a Groupon uno sforzo di trasparenza, indicando nelle condizioni contrattuali la propria responsabilità in caso di disservizio; in caso contrario l’organizzazione di consumatori porterà la società davanti al giudice.
Questi i consigli di Altroconsumo agli utenti, disponibili anche su www.altroconsumo.it:
se qualcosa non va pretendere dal sito la restituzione delle somme versate e farle riaccreditare sulla carta con la quale è stato fatto il pagamento. Spesso i siti rimborsano con un credito da usare per l’acquisto di altri coupon: rifiutare questo tipo di rimborso e chiedere indietro i soldi.
Nelle condizioni contrattuali dei siti di social shopping si dovrebbe leggere a chiare lettere che, in caso di mancato utilizzo del coupon per colpa dell’azienda partner o in caso di prestazione non corrispondente a quella offerta sul sito, è tenuto al rimborso chi lo ha venduto, cioè il sito stesso. Un’indicazione assente nei contratti di Groupon e Letsbonus. Solo Groupalia l’ha introdotta nelle sue condizioni contrattuali grazie all’intervento dell’Antitrust che, nel dicembre scorso, l’aveva ammonita a mettere fine alle pratiche scorrette denunciate dai consumatori proprio su questi aspetti. Ora prevede il diritto al rimborso, purché si comunichi il disservizio entro 5 giorni lavorativi dal verificarsi dello stesso.
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 3/4/2013
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