L'abbandono invisibile

L’isola di Lipari cade sempre più nel degrado, ma soprattutto nel menefreghismo della politica che ci governa, ma prima di tutto in quello delle persone che la abitano. Per accorgersi di ciò basta fare infatti un giro per le vie dell’isola, in quelle che portano nelle zone più caratteristiche. Per capire di cosa stiamo parlando basta arrivare per esempio nella zona di Porticello subito sotto le famose Cave di Pomice ormai dismesse da diversi anni. Sino a qualche anno fa quel “porticello” era ricco di vita perché da lì partivano tutti i carichi di pomice per ogni zona del mondo sia con le navi che con i tir che giornalmente venivano caricati di questo prezioso carico. Ora invece è tutto un degrado. Dalla banchina che ormai è divenuta pericolosa per chiunque, dato che è saltato tutto il cemento che la ricopriva e che ha fatto affiorare il ferro a tal punto da renderla pericolosa non solo ai pedoni, ma anche alle auto che vi transitano sopra, alla stessa zona di stoccaggio della pomice con tutti i suoi fabbricati, magazzini ed uffici vari che ormai cadono sotto il peso dell'usura del tempo. Guardandosi intorno ci si accorge che, oltre ad essere in un deserto di pomice, si è dentro ad una grande area di rimessaggio dove trovano posto barche nuove, vecchie ed in disuso ed anche, ovviamente, la gru per poterle tirare a secco. Quella che è una zona tra le più belle dell'isola e tra le più richieste mete estive da parte dei turisti sia via mare che via terra è ormai ridotta quindi ad un cimitero di barche e detriti, dovuti all'accumulo dopo le piogge, che altro non fanno che deturpare e rendere sempre più impraticabile la zona. Eppure noi isolani riusciamo sempre a rendere invisibile il visibile così da mettere in pratica il detto "occhio non vede cuore non duole"!
E dire che in questi posti i padri dei nostri padri si spaccavano la schiena, a volte sino a rimetterci la vita, per poter sfamare la famiglia, ed ora invece ai nostri giorni ci siamo dimenticati di tutto questo, del nostro recente passato.

di Mauro Palamara

Data notizia: 1/14/2015