In Sicilia, il crollo dell’Impero Romano d’Occidente del 476 ha fatto avvertire con più risonanza il rischio ed il pericolo di incursioni vandaliche ed oppressione da parte del popolo degli Ostrogoti. E così si è sentito anche a Lipari, tanto che i suoi abitanti si chiusero nel circuito della Città Alta e, lì, trasferirono anche la residenza episcopale. Le alte pareti verticali che circondano il promontorio, lo rendono una fortezza naturale. Questa nuova Cattedrale trovò la sua sede nel medesimo posto in cui si crede che, in età classica, fosse collocato un tempio pagano, ma venne distrutta nell’838 con l’avvio del dominio arabo. Fu Ruggero I il Normanno a colonizzare il territorio eoliano, dopo circa 150 anni di vuoto storico, e a rifondare la Città di Lipari. Lì vennero inviati l’abate Ambrogio con i suoi Benedettini, i quali fecero edificare la chiesa abaziale con il monastero attiguo, nel sito centrale del Castello. Questa chiesa abaziale venne intitolata a San Bartolomeo e, nel 1131, divenne Cattedrale sotto il vescovo Giovanni di Pèrgana. La chiesa, a navata unica, venne ingrandita, con il monastero che vide il suo sviluppo intorno al chiostro. Tra il 1450 e il 1515, la Cattedrale venne ampliata ulteriormente, per essere poi completata con un soffitto di legname a capriate.
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di Francesca Zampaglione
Data notizia: 2/17/2016
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