Un solo aggettivo, incontaminate, due isole, Alicudi e Filicudi. Le più antiche sorelle dell’arcipelago eoliano si caratterizzano, infatti, per la natura selvaggia che vi regna sovrana, memore di una storia iniziata parecchi anni or sono e che ha visto popoli e dominazioni differenti avvicendarsi senza mai lederne il paesaggio.
Scenario di incursioni piratesche ad opera dei saraceni, ad Alicudi appare impossibile non visitare il Timpone delle Femmine, fortino naturale usato per nascondere le donne all’arrivo dei pirati.
Abitata solo nella parte occidentale, il centro si sviluppa nell’area adiacente al porto, dove è possibile trovare beni di prima necessità e la sola spiaggia raggiungibile a piedi.
E per chi avesse ancora qualche dubbio sulla sua natura incontaminata, al calar della sera porti con sé una torcia perché l’isola non è illuminata e solo chi ne conosce bene i sentieri riesce a non perdersi per raggiungere la cima del vulcano ormai spento, dal quale è possibile ammirare tramonti da mozzare il fiato.
Ma passiamo alla seconda delle sorelle “senza tempo” dell’arcipelago, Filicudi, dove il mare incanta perché limpido e incontaminato come il cuore delle due isole. Ricca di insenature e baie facilmente raggiungibili in barca, in canoa e a nuoto, consigliata ai più è la grotta del Bue Marino, il cui nome richiama il muggito del bue proprio per il rumore che le onde producono infrangendosi sulla nuda roccia.
Troppo caldo? Perché non godersi allora il clima fresco della montagna che, con le sue radure sabbiose, offre la possibilità di dormire in sacchi a pelo ammirando le stelle.
Ed infine, per gli aspiranti archeologi e non, deliziate i vostri occhi con le mulattiere in pietra che costeggiano i numerosi sentieri dell’isola nonché i resti di civiltà che hanno reso il passato di Filicudi eterno nel tempo.
di Carmen Peluso
Data notizia: 7/23/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
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