Lipari- Trascorre le sue giornate eoliane in barca con amici il prof. Antonio Dal Monte, spostandosi da un isola all'altra. A Lipari, nel pontile di Porto Pignataro oltre all'ex presidente del Coni, Mario Pescante, ha incontrato anche Ciro Ferrara con il quale ha ricordato i tempi in cui era vicino a Maradona. Uno dei più noti medici sportivi internazionali, già direttore scientifico dell'istituto di scienza dello sport del Coni, a quasi 80 anni è più in forma di un ragazzino. Con l'inventore, oltre che delle ruote lenticolari e di numerose apparecchiature soprattutto ergonometriche per lo studio sul campo dell'atleta non potevamo non affrontare l'argomento Oscar Pistorius. A quasi un mese dal rivoluzionario secondo posto ottenuto dal giovane sudafricano al Gran Galà di Roma nella sfida sui 400 m correndo con le sue lamine di carbonio, Dal Monte è categorico: " Difendo i normodotati ", dichiara senza mezzi termini. " Siamo soltanto all'inizio - spiega lo scienziato- di un progresso tecnologico che potrebbe essere enorme. Le possibilità offerte da queste protesi in alcuni casi sono grandiose. Migliorano la qualità della vita di chi ha subito dei traumi. Ma a livello sportivo è necessario prevedere una seria regolamentazione. Non si può - osserva Dal Monte- non tener conto degli evidenti vantaggi in campo sportivo che soggetti come Pistorius possono ottenere rispetto ai normodotati anche perchè l'evoluzione tecnologica fa passi da gigante". Nello sport , dai vantaggi tecnologici ai vantaggi frraudolenti attraverso il doping, il passaggio è breve. Anche in questo caso il progresso fa paura. " L'essere umano rischia di essere toccato - afferma Dal Monte- dal doping genetico. Nei topi è già stato riscontrato il raddoppio della resistenza e l'aumento della potenza del 30%. Per il futuro sono pessimista, nonostante si sia già vinta qualche battaglia: ho presenziato a 12 olimpiadi estive ed a 9 invernali e posso dirvi che oggi, ad esempio, non si vedono più quegli imponenti armadi con vocioni da orco come le atlete delle ex Ddr, Unione Sovietica e Cecoslovacchia di un tempo. Evidentemente prendono meno roba, e in ogni caso in maniera tale da non alterare il fisico. Ma la guerra totale, al doping, quella si, è dura da vincere. Occorre la persecuzione e la repressione più assoluta".
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 8/9/2007
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