Lipari- Facevano parte del sequestro, effettuato dai carabinieri di Lipari su disposizione della Procura della Repubblica di Barcellona, i due cassoni cellulari , posti all’estremità verso mare, che sono stati “dissequestrati” e riconsegnati all’Impresa Scuttari che stava realizzando i lavori di messa in sicurezza del porto di Marina Corta, con il prolungamento dello stesso molo attraverso il posizionamento di tre cassoni , per una lunghezza totale di 60 metri. A far scattare la richiesta di sequestro, proprio in prossimità della stagione estiva, era il 7 giugno scorso, il fatto che l’impresa di Chioggia , che ha in appalto anche i lavori di messa in sicurezza di Sottomonastero, stava provvedendo al riempimento dei cassoni prelevando materiale sabbioso proprio da Sottomonastero, dove poi sono stati rinvenuti i reperti archeologici ritenuti far parte dell’antico porto romano di Lipari. Con lo spauracchio che nei cassoni di Marina Corta, potessero essere finiti tra la sabbia anche parti degli stessi reperti, la Procura aveva deciso di dar seguito al provvedimento di sequestro. A distanza di mesi, e su istanza presentata dalla stessa impresa attraverso i suoi legali, la Procura ha accolto la richiesta di dissequestro dei primi due cassoni. Soddisfazione è stata espressa dall’ingegnere Eugenio Feraco, dell’Impresa Scuttari, che ha immediatamente raggiunto l’isola per ricevere la riconsegna di parte del cantiere. Per quanto riguarda il terzo cassone , invece, si attendono ancora le risultanze della perizia, fatta eseguire dalla stessa Procura da un consulente di fiducia, l’ingegnere Giuseppe D'Andrea, che si è avvalso del gruppo subacqueo dei carabinieri, che si è immerso più volte nella zona proprio per verificare la situazione.
tizianamedda@virgilio.it
, a cura di Tiziana Medda
Data notizia: 10/28/2008
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