L'Ato 5 diffida i comuni, garantire i fondi

Gazzetta del Sud Salvatore Sarpi Lipari- L'ATO Me 5 "Eolie per l'Ambiente" ha diffidato e messo in mora i comuni soci di Lipari, Santa Marina, Leni e Malfa attraverso l'avvocato Benedetto Calpona. Il motivo di questa iniziativa, destinata sicuramente a fare discutere, secondo quanto si legge nell'atto fatto notificare ai quattro sindaci e per conoscenza al Prefetto e all'Agenzia regionale rifiuti e acque, è da ricercare nel fatto che «i comuni soci a tutt'oggi non hanno assicurato la totale copertura finanziaria del servizio posto in appalto (gara espletata) ed inerente la "Gestione integrata dei rifiuti ed igiene urbana nell'Ato Me 5, relativo al bacino dei comuni di Lipari, Leni, Malfa e Santa Marina Salina". Il costo del servizio nel bando di gara era stato quantificato in 2.179.828 euro più Iva e con un ribasso del 9,15% se lo era aggiudicato l'Ati Geoambiente S.r.l. e Ecolandia di Paladino Maria di Nicolosi. Una aggiudicazione che poi è stata revocata a seguito di una informativa arrivata dalla prefettura di Catania. Revoca più che legittima se si considera che il Tar di Catania ha confermato la bontà dell'azione amministrativa . A ciò bisogna aggiungere inoltre che la determina sindacale, che aumentava la TARSU e dalla quale dovevano arrivare i proventi da girare all'ATO, in base in quanto previsto dal decreto legislativo 93/2008 che sospende il potere degli enti locali di deliberare aumenti dei tributi, delle addizionali, delle aliquote o delle maggiorazioni di esse, non si è potuta applicare e quindi è venuta a mancare una parte della cifra prevista.Intanto la ratio della diffida, oltre a rientrare in quella che è ritenuta la logica azione amministrativa, è da ricercare anche nella intenzione di procedere nel più breve tempo possibile all'affidamento del servizio all'Ati seconda classificata e cioè l'Associazione temporanea di imprese "Multiecoplast srl- Onofaro Antonino e Pizzo Pippo". «L'inadempimento dei comuni soci – si legge nell'atto redatto dall'avvocato Calpona – rischia di mettere in discussione la procedura concorsuale ad evidenza pubblica espletata ed i servizi posti a base dell'appalto». Invitando i comuni a porre «in essere tutta l'attività amministrativa dovuta e necessaria per assicurare l'integrale copertura finanziaria del servizio in questione» il legale evidenzia come «al fine di assicurare la realizzazione del principio comunitario dell'evidenza pubblica nell'affidamento, l'ATO ME 5 sarà costretta a dare comunque corso agli atti conseguenziali successivi all'aggiudicazione».

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 10/31/2008

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