In dieci località la metà dei visitatori

siciliatoday.net Palermo, Taormina, Giardini Naxos, Catania/Acicastello, Siracusa, Cefalù, Sciacca e le isole Eolie. Sono le 10 località siciliane che da sole attraggono la metà delle presenze turistiche di tutta l’Isola. E’ quanto emerge dal documento programmatico commissionato da Confesercenti all’associazione Artù e presentato ieri a Palermo nell’ambito del convegno organizzato da Confesercenti dal titolo “Con il turismo la Sicilia fuori dalla crisi” a cui hanno partecipato oltre 250 imprenditori e operatori del comparto. Tanti i dati su cui riflettere. Intanto che la Sicilia è la prima regione del Mezzogiorno per arrivi e l’ultima per la durata della vacanza, con una permanenza media di 3,2 giorni. Inoltre l’Isola è la seconda regione del Sud per presenze straniere, pari al 40% del totale. Ma il 39% delle presenze nazionali è costituito dagli stessi siciliani.Tra le tipologia di turismo spicca ancora il turismo balneare e quello culturale. E non è un caso, quindi, che la maggior parte della ricettività alberghiera si trovi lungo la fascia costiera. Così per uscire dalla standardizzazione del modello turistico, il documento consiglia di allargare il fronte della competitività progettando nuovi prodotti turistici e precedendo a un restyling dei turismi tradizionali (balneare e culturale).In particolare, la sfida per il nuovo decennio potrebbe essere quella di puntare sull’ecoturismo, e quindi su cicloturismo, equiturismo, turismo educativo in fattorie didattiche, o ancora sui nuovi turismi del mare come il turismo nautico e il pescaturismo. Inoltre il turismo del golf può rappresentare un’opportunità per differenziare l’offerta aumentandone la qualità. Ovviamente forti attrattori possono essere rappresentati anche dalla creazione di marchi regionali d’offerta turistica e la formulazione di offerte long stay per l’autunno e l’inverno. Inoltre, per quel che riguarda la ricettività, oltre ad aumentare la diffusione della certificazione ambientale degli alberghi per una promozione anche a livello internazionale, si può puntare su nuove forme di ospitalità come il paese albergo o i borghi marinari. Il vantaggio è duplice: si lascia inalterato il tessuto urbanistico della destinazione ma si valorizzano quei centri minori e le aree periferiche finora rimasti fuori dal circuito turistico.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 2/2/2009

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