Intervistiamo una grandissima interprete della canzone italiana: Rita Forte, con la quale “Cominciamo Bene” ogni mattina su Rai Tre le nostre giornate insieme a Elsa Di Gati e Fabrizio Frizzi. Rita e la musica sono una cosa sola da quando è nata e, nonostante si sia brillantemente laureata in Scienze Politiche, la bionda originaria di Terracina, romana di adozione, nella vita non avrebbe potuto far altro che cantare. Cosa si augura nel futuro? Continuare a sognare, consapevole che quello che ha è già un sogno. Proprio come i sogni prendono vita quando meno te lo aspetti, così accade per le risposte ai dubbi che non riesci a risolvere. Così si legge nella home page del tuo sito, tratto da “Il delfino” di Sergio Bambaren. Ancora aspetti tante risposte? Sempre, fino a che vivi. Risposte nella vita, in amore, nel lavoro. La vita è un continuo esame ed è un aspettare le risposte per arrivare alla verità, quella verità che studi in filosofia e che chissà se esiste. Lascia che il tuo istinto tracci la rotta per la saggezza e fa che le tue paure siano sconfitte dalla speranza. Quanto ti aiuta e ti ha aiutato l’istinto? Bambaren è un filosofo sognatore molto vicino a me. Ti spinge ad aspettare, a non mollare mai. Usare l’istinto è importante per capire la direzione da prendere. Mille volte mi sono letta e ripetuta i testi, questo in particolare, quando non lavoravo, dopo un mese mi hanno chiamata a “Cominciamo Bene” e ho voluto scrivere proprio questi moniti sulla home page del mio sito. La musica è la tua vita da sempre, lo racconta anche la tua mamma. Qualcun altro canta in famiglia? A cinque anni e mezzo facevo lezione di pianoforte, mio padre era commerciante e amava la musica, così come la amava e la ama mia mamma. Mamma desiderava che mi esprimessi in una qualsiasi forma d’arte. Il desiderio si è avverato sin da piccola, quando cambiavo espressione al solo sentire qualche nota. Sai che riconoscevo e prendevo io i dischi, riuscendo ad accoppiare colore a cantante. Mi chiedevano qual è Mina? Ed io riconoscevo Mina piuttosto che Tony Francis con il suo twist dal colore del disco. Qualche giorno fa abbiamo fatto una puntata sui dischi in vinile e sono andata a recuperare in soffitta quelli che ho portato da Terracina. Effettivamente avevo 10 in disegno al Liceo Scientifico… Quanto c’è di forte in te? Tanti me lo dicono. “Rita sei forte”, ma io mi sento fragile e spesso sopraffatta da certe persone. Poi mi fermo, mi guardo indietro, vedo quello che faccio e che ho fatto da sola…allora penso di essere forte. Raccontami un po’ di te. Dai tuoi primi passi all’approdo a Cominciamo Bene. Nel ’91 un produttore mi ha detto che gli piaceva come cantavo e mi ha fatto provare una canzone. Nel ’92 ho partecipato ad un secondo Sanremo, poi ho avuto la fortuna di essere notata da Carlo Principini, che mi ha fatto lavorare con il grandissimo Luciano Rispoli a Tele Monte Carlo. Poi ho lavorato grazie a Claudio Fava con Maurizio Costanzo a Buona Domenica, fino a che non è finito un ciclo. Ho avuto sempre la fortuna di lavorare con rispetto e stima di tutti e con grande entusiasmo. Sono stata quindi un paio di anni ferma, anche perché in Rai mi dicevano “sei un volto Mediaset”. Finalmente mi hanno telefonato per Cominciamo Bene, che io seguivo in tempi non sospetti da telespettatrice. “Vieni a Viale Mazzini per parlare”. Sono andata ed ho trovato la capostruttura, la regista, la capoprogetto, la produttrice esecutiva…tutte donne, e tutte fantastiche; infine ho conosciuto il direttore di Rai Tre Paolo Ruffini. Quindi mi hanno chiamata, sono entrata nel gruppo di Cominciamo Bene con Fabrizio. E’ quattro anni che sto lì, onorata di esserci, contenta, rispettata. Ruffini è un direttore eccezionale…e che ti riceve! Cominciamo Bene tutta la vita, allora? Purtroppo non ho un contratto di rete, che garantisce il lavoro per tre anni: deve essere il mio destino. Mai in vacanza in serenità! Aspetti e speri sempre che ti riconfermino. A Cominciamo Bene sto benissimo, mi piace la trasmissione…sarà quel che sarà! Se ti chiedo di Elsa e Fabrizio? Sono due persone eccezionali. Non avevo lavorato con nessuno dei due prima di Cominciamo Bene. Con Elsa sono entrata subito in sintonia, è una brava giornalista e una grande donna. E che vuoi dire a Fabrizio? Niente: è bravo davvero! Vanno d’accordo loro due e portano avanti il programma. L’armonia che c’è tra noi si sente. Mi fanno sentire un trio, come al Tappeto Volante. C’è rispetto fra noi, ci capiamo, ci conosciamo bene. Fabrizio ed io ironici, Elsa divertente. C’è grande armonia. Tappeto Volante uguale Luciano Rispoli. Di Rispoli che mi dici? Zio Luciano? Il mio pigmalione. Mi ha richiamata per fare con lui Il Tappeto Volante su Canale Italia una volta a settimana, a Rai Tre mi hanno dato l’ok, che anche se non ho l’esclusiva ho chiesto, e nel salotto mi lascia tutto lo spazio e la libertà che voglio, ha piena fiducia in me, sono una specie di figlia. E’ una grande persona ed un gran professionista. Roma o Terracina? Sono molto legata a Terracina come paese che sento mio, col mare, il tramonto, la costa, lì ho casa e parenti. Roma è la mia città, mi sono laureata in Scienze Politiche, è la capitale, è a soli 100 km. da Terracina. La città eterna mi ha dato il lavoro, mi ha portato fortuna, ho comprato casa qui. Potrei pensare di trascorrere la mia vecchiaia a Terracina, ma mi spaventano i servizi, l’ospedale è inesistente e trovo vergognoso che le donne, fra le altre mia cugina, debbano andare a partorire a Latina o a Fondi. Considera che Terracina conta 40.000 abitanti d’inverno e l’estate raddoppia, ma non ha un ospedale degno di questo nome. Dottoressa Forte, non hai nessun rimpianto di non aver intrapreso un’altra carriera post laurea? La musica è il mio mestiere, il mio sogno, troppo sogno per fare altri lavori. Mi sono laureata in quattro anni in Scienze Politiche per fare contenta mia mamma. La scelta della facoltà è stata casuale, ho seguito un’amica (rivista dopo 25 anni qualche giorno fa!), ho pure lavorato due anni presso uno studio notarile come segretaria, ma la mia vita era ed è la musica, ho cominciato con il pianobar. All’università studiavo ed ottenevo risultati, ma facevo il mio dovere soprattutto per godermi l’estate. Continua...
Data notizia: 2/12/2009
dalla nostra Daniela Bruzzone
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