Sanità, i punti salienti delle legge (1)

PALERMO - Diciassette aziende sanitarie complessive al posto delle attuali ventinove, istituzione dei nuovi distretti ospedalieri, criteri rigorosi per la scelta dei manager, deospedalizzazione e potenziamento dei servizi territoriali, controllo interamente pubblico per il servizio di emergenza urgenza, maggiori controlli sui dirigenti e sul raggiungimento degli obiettivi. Sono questi i principali punti contenuti nella legge di riordino del sistema sanitario regionale che l’assemblea regionale siciliana ha approvato questo pomeriggio. La legge rappresenta uno strumento di radicale innovazione organizzativa con l’obiettivo di riqualificare l’offerta sanitaria perseguendo l’equilibrio economico. Le novità riguardano soprattutto gli strumenti e le procedure della programmazione, l’organizzazione e l’ordinamento del servizio sanitario regionale, l’erogazione delle prestazioni, i criteri di finanziamento delle Aziende del servizio sanitario regionale, le disposizioni patrimoniali e contabili delle aziende del SSN e il sistema della rete dell’emergenza – urgenza 118. La legge prevede che il SSN ispira la propria azione al principio della sussidiarietà solidale e della complementarietà tra gli erogatori dei servizi, assicura la parità di accesso ai servizi sanitari nel rispetto del diritto di libera scelta dei cittadini tra soggetti pubblici e privati accreditati entro i budget individuali assegnati e garantisce i livelli essenziali di assistenza (Lea). Programmazione, obiettivi, controlli, responsabilità, sanzioni: sono questi i pilastri della riforma. La programmazione sanitaria è affidata al piano sanitario regionale, proposto dall’assessore regionale, della durata triennale, ed approvato dalla Giunta col parere vincolante della commissione Sanità dell’Ars. Il primo piano sanitario dovrà essere approvato entro 240 giorni dall’emanazione della legge. Novità sul fronte dei soggetti che concorrono alla programmazione sanitaria: oltre alle realtà territoriali presenti nella conferenza permanente per la programmazione sanitaria e sociosanitaria regionale, avranno un ruolo le Università, gli Irccs, gli enti di ricerca pubblici e privati, e nell’ambito delle rispettive competenze, anche le associazioni di categoria del settore sanitario maggiormente rappresentative e le associazioni di volontariato e di tutela dell’utenza. Con i piani attuativi, le Aziende sanitarie provinciali (Asp) e le aziende ospedaliere (Ao), sviluppano in loco il piano sanitario, definendo le attività da svolgere nei limiti delle risorse disponibili. Le Asp, le Ao, e le aziende ospedaliero - universitarie concorrono anche allo sviluppo a rete del sistema sanitario regionale attraverso la programmazione interaziendale di bacino che ha come finalità la integrazione ottimale delle attività sanitarie. I “bacini” saranno due, quello della Sicilia Occidentale (Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Trapani) e quello della Sicilia Orientale (Catania, Messina, Siracusa, Ragusa ed Enna). Sarà istituito un Comitato composto dai dirigenti generali delle Aziende che avrà il compito di programmare e monitorare gli interventi. Istituita anche la Consulta regionale della Sanità che svolgerà gratuitamente funzioni di consulenza in ordine a questioni di rilevanza regionale e di interesse diffuso in materia di servizi sanitari e socio sanitari. Definiti gli obiettivi ed i vincoli di destinazione delle risorse finanziarie al fine di garantire un corretto equilibrio tra la funzione ospedaliera e quella territoriale. Accentuati i poteri di controllo dell’assessore regionale alla Sanità che dovrà verificare la corrispondenza tra i risultati raggiunti dalle Aziende e quelli fissati negli atti di programmazione locale e assicurerà il controllo, anche con verifiche trimestrali effettuate dal dipartimento per la pianificazione strategica, sull’operato dei direttori generali in relazione agli obiettivi programmatici assegnati. segue

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 3/25/2009

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