Giotto e il Trecento

E’ arrivato a Roma Giotto per la prima grande mostra dedicata alla sua opera. Intitolata 'Giotto e il Trecento', l'importante esposizione offre al visitatore centocinquanta capolavori, di cui venti sono le tavole del Maestro toscano. Le opere esposte affrontano i temi della formazione, a Firenze e a Roma, e del rapporto con l'antico e con il mondo gotico, ponendo attenzione soprattutto ai legami con la Francia. La mostra è stata anche l’occasione per importanti restauri, presentati in anteprima assoluta, come quello del Polittico di Badia di Giotto dal Museo degli Uffizi. Ma soprattutto l’iniziativa e’ volta a ricostruire la situazione artistica italiana tra l’ultimo decennio del XIII secolo e la prima metà del XIV, attraverso gli spostamenti di Giotto in otto regioni italiane, dove il Maestro ha lasciato indelebili tracce anche negli artisti che lo hanno conosciuto. Ad oltre settanta anni dall’ultima grande mostra sull’artista allestita agli Uffizi nel 1937, questa di Roma è la prima grande realizzata fuori Firenze. L’esposizione ripercorre la vita e la carriera di Giotto, al secolo Giotto di Bondone, nato intorno al 1267 (non ci sono certezze né sul luogo né sull’anno di nascita) e trasferitosi giovane a Firenze, dove diventa allievo del Cimabue. Afferma la sua arte un po’ in tutta Italia e le sue opere rappresentano un punto di svolta dell’arte italiana, passando dallo stile artistico bizantino ad uno stile più realistico ed innovativo. La rappresentazione tridimensionale dello spazio, il recupero dell’immagine e della figura umana diventano grazie a Giotto caratteristiche fondamentali, che rinnovano l’arte italiana. Le qualità innovative di Giotto sono state comprese dai suoi contemporanei, come dimostrano le diverse citazioni nella letteratura fin dai primi decenni del ‘300. Il maestro toscano ama circondarsi di discepoli ai quali consente di partecipare attivamente alla realizzazione delle opere. Ampio spazio nell’esposizione è riservato alla scuola romana, un’occasione importante per comprendere il ruolo che Roma e i suoi antichi monumenti hanno avuto nella formazione dell’arte di Giotto. Tutte le opere esposte sono di altissimo livello e sono state raccolte per la prima volta per ripercorrere nella sua interezza il percorso figurativo giottesco. Polittici, opere su tavola, sculture, manoscritti e oreficerie di pregio danno l’idea di Giotto non solo pittore. Toscana, Umbria, Marche, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Lazio e Campania sono i luoghi dove, da ambasciatore della cultura di Firenze, Giotto ha lasciato testimonianze della sua arte. Numerosi gli artisti giotteschi esposti. Possiamo ammirare al Vittoriano opere di pittori, scultori, orafi e miniatori. Ecco allora davanti ai nostri occhi Cimabue, Simone Martini, Pietro Lorenzetti, Arnolfo di Cambio, Tino di Camaino, Giovanni Pisano, Giovanni di Balduccio, Guccio di Mannaia, Andrea Pucci Sardi, Cristoforo Orimina e il Maestro del Codice di San Giorgio. Tutti rappresentati nella mostra romana con opere che provengono dalle piu' importanti istituzioni museali ed ecclesiastiche italiane e straniere. L’influenza di Giotto nell’arte del Trecento, e non solo, la fa da padrona nella mostra “Giotto e il Trecento. Il più Sovrano Maestro stato in dipintura” , che e’ aperta al pubblico fino al 29 giugno presso il Complesso del Vittoriano.

, a cura di Daniela Bruzzone

Data notizia: 4/1/2009

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