Riceviamo da Francesca Basile il resoconto sull’audizione davanti alla 9ª Commissione permanente Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato sulle problematiche del comparto ittico che si è tenuta a Roma. Francesca Basile ha partecipato in qualità di consulente per la pesca insieme al Sindaco Bruno e al Rag. Spinella:
Così come è stato deciso nel corso dell’incontro romano con le marinerie calabresi, siciliane, pugliesi e laziali, avvenuto lo scorso 29 aprile con l’On. Paolo Scarpa Bonazza Buora, presidente della 9ª Commissione permanente del Senato, da sempre sensibile alle problematiche del comparto pesca, al quale erano presenti, a rappresentare la marineria eoliana, il Sindaco Bruno, il Rag. Spinella oltre alla scrivente, per discutere delle principali difficoltà del settore, si è tenuta nel pomeriggio di ieri al Senato della Repubblica l’audizione davanti alla 9ª Commissione permanente Agricoltura e Produzione Agroalimentare sulle problematiche del comparto ittico. Per la Direzione generale per la pesca marittima e l'acquacoltura erano presenti il Direttore Generale Dott. Francesco Saverio Abate e il Dirigente Dott. Cesare Tabacchini. Al centro della discussione la crisi del comparto della piccola pesca costiera ed artigianale anche a seguito del divieto di origine comunitaria di utilizzo di reti da posta derivante di lunghezza superiore ai 2,5 chilometri per la cattura delle specie cui all'allegato VIII del Regolamento CE n. 1239/98 (tonno, alalunga, pescespada, ecc.). Se è vero, infatti, che a seguito di tali restrizioni, i proprietari e i membri dell’equipaggio delle unità abilitate a questo sistema di pesca, ricevettero cospicue indennità per la riconversione dell’attività, è altrettanto vero che tale denaro venne speso per l’acquisto di nuove attrezzature, in primis la ferrettara, concessa in sostituzione delle spadare, oltre che per adeguare le unità da pesca, in altri casi per acquistare beni di prima necessità (come la casa) o per ripianare debiti pregressi. Così gli operatori del comparto si trovano ancora oggi a dovere affrontare lo stesso ostacolo: ad essere proibita, infatti, è proprio la pesca di quelle specie ittiche così preziose per la cucina mediterranea e di cui tutti siamo ghiotti. Se a ciò si aggiunge il fatto che la lunghezza di tale attrezzo si riduce notevolmente in mare dato che viene calato con una tipica disposizione a "zig-zag", si capisce come ormai tale sistema di pesca sia divenuto pressoché inutilizzabile. Il primo a prendere la parola è stato proprio il Sindaco Bruno il quale ha sottolineato come le rigide regolamentazioni comunitarie sulla pesca artigianale, abbiano aperto in Sicilia, e soprattutto nelle realtà insulari, un duplice problema: da un lato, infatti, hanno aggravato di molto il quadro economico-occupazionale, già critico nella Regione; da un altro, strettamente collegato al precedente, hanno aperto la strada a nuove emergenze, a carattere sociale, a danno di tutte le categorie di lavoratori coinvolti, armatori, proprietari e marittimi. Il Sindaco ha poi sottolineato come il problema sia comune a tutte le regioni e ha invocato misure urgenti mirate all’esercizio razionale della pesca artigianale nelle acque nazionali. A seguire, una serie di interventi da parte degli stessi operatori del comparto i quali hanno evidenziato, non nascondendo rabbia e disperazione, come i problemi della pesca siano numerosi e hanno chiesto solo di poter continuare la loro attività. A prendere la parola è stato anche il Presidente dell’Associazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori della Pesca, Dott. Ivan Corea, il quale ha ribadito come l’A.N.A.P.I. continuerà nel suo impegno a difesa dei pescatori autonomi e a sostegno della categoria anche nella risoluzione di tale problematica. Nel corso della stessa audizione, i componenti della IX Commissione, al di là dei gruppi politici di appartenenza, hanno dimostrato grande attenzione e anche preoccupazione rispetto ai gravissimi problemi che stanno vivendo i pescatori. Tuttavia, al di là delle belle parole e a voler essere proprio sinceri, ciò che è emerso, soprattutto dal discorso del Direttore Generale Abate, è la difficoltà in ordine alla percorribilità di qualsiasi modifica alla normativa nazionale per quanto riguarda le problematiche dibattute. La tendenza verso la quale ormai si muovono le istituzioni comunitarie e verso cui il legislatore italiano si sta necessariamente orientando,infatti, va verso tutt’altra direzione ed è chiara ed inequivocabile: quella di rafforzare la competitività del settore attraverso la diversificazione delle attività mediante la promozione della pluriattività dei pescatori, mediante iniziative volte a favorire la riconversione, la valorizzazione dei prodotti ittici e l’integrazione produttiva nonché promuovere la diversificazione delle pratiche di pesca. A questo punto sorge spontaneo un interrogativo: sono veramente pronti i nostri pescatori a cogliere sfida della modernità o rischiano di rimanerne vittime delle solite situazioni di sfruttamento e strumentalizzazione, o peggio di processi di esclusione territoriale e sociale, oltre che economica?
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 5/8/2009
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