Udc pentita di Lombardo alla presidenza

Gazzetta del Sud Michele Cimino Palermo- Solo contro tutti. Per Raffaele Lombardo si prospettano giornate molto difficili, che potrebbero sfociare in un nuovo scioglimento anticipato dell'Ars e nuove elezioni. «Siamo pentiti – ha dichiarato ieri il segretario regionale dell'Udc Saverio Romano, aprendo, insieme con Pier Ferdinando Casini, la campagna elettorale a Palermo – di avere candidato Raffaele Lombardo alla presidenza della Regione Siciliana. Mai – ha sottolineato – mi ero pentito di una scelta politica come quella di sostenere Lombardo». E ha duramente criticato «l'azione disgregante che il presidente della Regione ha condotto finora» nei confronti degli assessori dell'Udc e di altri componenti della Giunta. Se a ciò si aggiunge che non più tardi di venerdì scorso, quando Lombardo si è lamentato per il mancato inserimento nell'ordine del giorno del Cipe, nonostante l'impegno pubblico, per giunta davanti a un notaio, del ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola e del sottosegretario alla Presidenza Gianfranco Micciché, dei fondi Fas per la Sicilia, il co-coordinatore regionale del Pdl Giuseppe Castiglione lo ha ammonito, avvertendo che sta per perdere la pazienza, il quadro che si sta delineando è piuttosto indicativo. Ancor più indicativo se si dà una sbirciatina anche nel "campo di Agramante", nelle file dell'opposizione, i cui vertici hanno attribuito alla politica delle "geometrie variabili" di Lombardo la causa della perdita di consensi del Pd, ridotto, in Sicilia, al 17 per cento. E sono, a quanto pare, proprio i sondaggi di questi giorni, che danno Lombardo e il suo Mpa al 14 per cento e in crescita costante ad aver attirato sul presidente della Regione gli strali dei suoi alleati. A farne le spese, in particolare, sembra essere l'Udc, che i sondaggi danno al 10 per cento. Ma anche al Pdl, che viene collocato tra il 48 e il 49 per cento, si attribuisce una percentuale inferiore rispetto alla somma dei voti di Forza Italia e Alleanza nazionale. Mentre sul fronte del centro sinistra, il partito in crescita (5%) è solo quello di Di Pietro. Dagli stessi sondaggi, poi, emerge un 24 per cento di indecisi che, se da un lato potrebbero consentire qualche salutare recupero alle forze in calo, dall'altro potrebbero dare un grosso contributo all'Mpa di Lombardo, nel suo, per alcuni, folle tentativo di doppiare la soglia del 4 per cento su scala nazionale che, in qualche modo, non avendone più bisogno, lo immunizzerebbe da eventuali crisi anticipate. Sul "recupero" sembra contare, in particolare il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. «In Sicilia – ha affermato ieri - vogliamo essere il secondo partito e possiamo esserlo. Credo che qui daremo un grande contributo al risultato nazionale. Rispetto alle Politiche vogliamo crescere e possiamo farlo perché la nostra posizione di serietà e opposizione repubblicana di giorno in giorno raccoglie maggiori consensi». «Non solo l'Udc avrà più voti del Mpa – ha detto a sua volta Totò Cuffaro – ma la considererei una mia sconfitta personale nel caso in cui Saverio Romano ottenesse anche un solo voto di preferenza in meno di Lombardo». Intanto, per quanto riguarda l'impugnativa alla Finanziaria da parte del commissario dello Stato, sarà l'Ars, domani pomeriggio, quando si riunirà per il dibattito sul disegno di legge per gli aiuti alle imprese, a decidere il da farsi. La via più breve seguita in questi casi è quella dell'approvazione di un ordine del giorno da parte dell'Ars, che autorizza il presidente della Regione ad abrogare gli articoli e i commi contestati e promulgare le parti rimaste, pubblicandole sulla Gazzetta ufficiale.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 5/11/2009