" Non si può restare fuori dall'esecutivo isolano"

Gazzetta del Sud Francesco Celi Messina- Il dopo-voto europeo a Messina regala un'analisi doppia, ma a matrice unica, ovvero centrodestrorsa: la prima è proiettata verso l'esterno con la coalizione che in tutte le sue articolazioni, ad eccezione dell'Mpa, che resta comprensibilmente sulle sue per non dar soverchi grattacapi al leader nonché governatore Lombardo, chiede spazio nell'esecutivo regionale. La seconda, di eminente natura locale, con uno scontro tutt'interno al Pdl, tra i maggiorenti berlusconiani che hanno in Schifani e Alfano o Miccichè i referenti regionali. Il nodo relativo alla presenza nella Giunta Lombardo. Ci spera l'Udc del sen. D'Alia e degli on. Naro e Ardizzone, per quanto i casiniani rischino di restar fuori dall'esecutivo isolano; ci spera ancor di più il Pdl sia nella derivazione forzista sia nella componente aennina. Il presidente della Provincia, Nanni Ricevuto, sottolinea che il «39,1% conquistato dal Pdl nel Messinese rappresenta il dato» partitico «più rilevante dell'intero panorama regionale. Il quale non potrà che portare Lombardo a riconsiderare l'impianto del governo che ha provvisoriamente varato. Tenendo conto dell'apporto di tutte le forze che lo hanno sostenuto un anno fa», riconoscendo «alla provincia peloritana un'adeguata rappresentanza in Giunta». Sulla medesima lunghezza d'onda il parlamentare Pdl, Stagno d'Alcontres, forzista vicino a Miccichè. Che sul piano locale manifesta soddisfazione per il risultato ottenuto in provincia da Michele Cimino, la qualcosa lo fa incorrere nella reprimenda del deputato regionale Roberto Corona che con l'on. Nino Germanà jr ha invece sostenuto gli eletti Iacolino e La Via. I due gonfiano il petto per il successo «politico ed elettorale» riportato dall'area Alfano-Schifani-Castiglione, in evidente polemica con le posizioni assunte da Gianfranco Miccichè; esortano a una riflessione «attenta sull'astensionismo» registrato in Sicilia; stigmatizzano le «polemiche interne», il riferimento è a Stagno d'Alcontres, definendole «fuori luogo e inesatte». In particolare nel passaggio della nota in cui si afferma «che i sostenitori dell'on. Cimino, dovendo inserirsi con una sola preferenza», a differenza di chi s'è speso per Berlusconi, Iacolino e La Via, «hanno facilmente cercato e trovato varchi di ingresso in tutti gli ambienti del Pdl, riuscendo a ottenere soccorsi strategici». Dalla sponda ex forzista alla componente ex aennina, il cui compiacimento per aver "regalato" a Nino Strano in provincia di Messina ben trentamila preferenze viene mitigato dal mancato conseguimento del principale obiettivo, l'elezione dell'ex senatore etneo a Strasburgo. Il vicepresidente dell'Ars, Santi Formica, auspica comunque che si faccia «tesoro dei risultati raggiunti e che l'azione di governo della Regione riparta con slancio per superare i troppi rallentamenti subiti». Analisi allo specchio viene avanzata dal deputato regionale Pippo Currenti, della corrente che fa riferimento all'on. Briguglio, secondo cui addirittura «il grande risultato del Pdl nel Messinese» è frutto del lavoro degli «uomini di An». Plaude all'impegno dei coordinatori regionali Nania e Scalia l'on. Enzo Garofalo, che ribadisce la necessità che «il governo regionale riprenda» il suo percorso «con tutti i componenti la coalizione che un anno fa portò Lombardo alla presidenza della Regione». Nel centrosinistra si registra il commento del segretario regionale del Pd, Francantonio Genovese, forte del 23,8% di consensi ottenuti nel capoluogo seguiti dal 20,2% di voti incassati in provincia. «Risultato confortante da cui dobbiamo ripartire». Entusiastiche, comprensibilmente, le reazioni di Italia dei Valori che, sebbene al di sotto della media nazionale, con il coordinatore cittadino Salvatore Mammola, in virtù del 5,4% di voti ottenuto, parla di «straordinario successo» e ringrazia gli elettori. Gli equilibri comunali. La componente pidiellina che si rifà alle posizioni di Alfano-Schifani e Castiglione ambirebbero a maggiori spazi soprattutto nella Giunta di Palazzo Zanca, ma è il sindaco Buzzanca a gelare ogni aspettativa: «Né avvicendamenti né rimodulazioni all'ordine del giorno. Casomai novità per Messina vanno pretese in sede di formazione del governo regionale».

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 6/10/2009

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