Meduse, progetto di prevenzione dell'assessorato

Meduse, progetto di prevenzione dell'assessorato PALERMO – Un progetto pilota per prevenire e mitigare le possibili conseguenze sanitarie causate dalla presenza delle meduse nei mari della Sicilia: lo promuove l’assessorato regionale alla Sanità che, su precise indicazioni dell’assessore Massimo Russo, sta mettendo a punto alcune importanti misure per contenere i danni per la salute dei bagnanti, per suggerire comportamenti adeguati nella balneazione, ridurre i rischi di esposizione e minimizzarne le conseguenze. La sperimentazione partirà nelle zone balneari a più alta densità, dove sarà valutata la sostenibilità dell’intervento che sarà articolato in due fasi principali. La prima prevede un momento formativo che coinvolgerà figure chiave come gestori dei lidi, assistenti bagnanti e soccorritori ai quali verranno illustrati alcuni aspetti riguardanti la caratterizzazione delle specie di meduse a maggiore rischio e i relativi suggerimenti su come comportarsi e su quali medicinali sarà necessario avere a disposizione per un efficace intervento immediato; la seconda fase punterà alla informazione dei bagnanti attraverso la predisposizione di opuscoli e di manifesti che indicano con estrema semplicità cosa fare in caso di contatto con le meduse. Informazioni dettagliate saranno anche contenute, a partire da lunedì prossimo, sul sito internet dell’assessorato regionale alla Sanità (www.regione.sicilia/sanita) con le immagini delle principali specie di meduse e con la specificazione dei rischi per la salute che ciascuna specie può causare ai bagnanti. “E’ un importante momento di prevenzione – sottolinea l’assessore regionale alla Sanità Massimo Russo – che serve a circoscrivere un fenomeno che soprattutto negli ultimi anni ha preoccupato i bagnanti. Promuovere una corretta consapevolezza della reale portata del problema significa preoccuparsi concretamente della salute dei cittadini e scongiurare il pericolo di ingiustificati allarmismi. In questi due mesi valuteremo gli effetti della nostra azione di prevenzione per poter poi affrontare la situazione in modo omogeneo per tutta la Sicilia a partire dall’inizio della prossima estate”.Il progetto pilota viene portato avanti in collaborazione con il dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico (Dasoe) e con l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). L’invasione delle meduse nei mari italiani è un fenomeno che si è sviluppato negli ultimi anni per una serie di concause (ecologiche, biologiche, ambientali) e sulle quali è possibile intervenire solo a medio e lungo termine. La maggior parte delle meduse che popolano i mari siciliani non è particolarmente pericolosa e la loro presenza, anzi, è indice di un mare pulito e pescoso: il contatto con la medusa può provocare dolore, bruciore intenso, pomfi ma senza effetti sistemici. Negli ultimi tempi però sono state avvistate nel mediterraneo alcuni esemplari di meduse più pericolose, tra cui la “caravella portoghese” e la “pelagia noctiluca”, che a seconda della quantità di tossina, della durata e della intensità del contatto e anche della sensibilità personale, può provocare conseguenze più serie che richiedono appunto un intervento sanitario più accurato. “Dopo il contatto con le meduse – suggerisce il prof. Mario Aricò, ordinario alla clinica dermatologica dell’Università di Palermo che ha collaborato al progetto – occorre uscire dall’acqua e neutralizzare la parte interessata con una soluzione di solfato di magnesio o con soluzione di acido acetico o ammoniaca. E’ indispensabile essere nelle migliori condizioni di intervento terapeutico per una eventuale reazione anafilattica che può sopraggiungere all’improvviso: nei casi gravi è necessario l’uso di corticosteroidi, antistaminici ed eventuale terapia specifica”.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 7/11/2009

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