Sogni e incubi

Sogni e incubi Sogni e incubi. L'editoriale di Michele Giacomantonio a Teleisole: “Ho più volte richiamato – ha scritto sui blog il geometra Aldo Natoli - l’attenzione dell’Amministrazione comunale, e degli operatori del settore, sui danni che la perdita dell’originalità locale, ed il decadimento dell’ambiente, avrebbero potuto causare al nostro sviluppo turistico, ritenendo che nel comprensorio eoliano bisogna puntare su un turismo di qualità; che alle urla bisogna preferire il silenzio; che al disordine bisogna privilegiare l’ordine e la pulizia. Ma nessuno mi ha mai dato ascolto. Caro dottore Giacomantonio, purtroppo, ci resterà da sognare, con Marco Saltalamacchia, l’isola che non c’è!”. Ed apriamoci ai sogni per sollevarci dalle discussioni da accademia del marciapiede: il patos per le cassette negate, la psicosi dei giuda, l’ossessione per i complotti e poi munnizza, munnizza, munnizza….Ho letto anch’io il bel sogno di Marco Saltalamacchia su quella che potrebbe essere Lipari: trasporti efficienti, servizi di accoglienza, mezzi di locomozione elettrici, recupero e riqualificazione delle cave di Porticello, recupero del borgo minerario di Acquacalda e difesa dell’abitato con ripascimento delle spiagge, cooperative giovanili per la cura del verde privato e pubblico, una vasta gamma di attività culturali e sportive offerte per l’estate, il recupero dei sentieri, progetti imprenditoriali per i giovani, ecc. ecc. E’ un sogno che condivido e su cui ho cercato di misurarmi. nella mia esperienza di sindaco, fra mille problemi e difficoltà. Il progetto “le Eolie del 2000” aveva molte di queste intuizioni. Non è il sogno della natura allo stato selvaggio, della cultura del “non fare”, del terrore del cemento e dello sviluppo. Tutt’altro è la cultura dello sviluppo sostenibile, della valorizzazione della storia e della natura, della possibilità di una terza via fra lo sviluppo selvaggio dove ognuno fa quello che vuole, dei megaprogetti che stravolgono la realtà e fanno perdere – come dice Natoli – “l’originalità locale” e il romanticismo elitario dell’isola di Robinson Crosue. Non so se siamo ancora in tempo – penso soprattutto a Vulcano – ma credo che molto si potrebbe ancora tentare. Prima di tutto però occorrerebbe una rivoluzione culturale. Occorrerebbe cioè che la gran parte dei cittadini, almeno la maggioranza, smettesse di operare con l’obiettivo del proprio tornaconto personale immediato e ponesse al centro l’interesse collettivo di queste isole. John Kennedy diceva: “Non chiederti che cosa l’America può fare per te ma cosa tu puoi fare per l’America”. Questa sarebbe la grande rivoluzione culturale: chiedersi che cosa ciascuno di noi può fare per le Eolie, e quindi operare di conseguenza.Ha ragione il geometra Natoli: è solo il turismo di qualità che può salvarci. Altrimenti , di questo passo, fra cinque o al massimo dieci anni, noi ci troveremo fuori dal circuito delle stazioni turistiche richieste e rappresenteremo solo l’escursione di una giornata nel programma dei barconi che vengono dalla costa tirrenica o da quella calabra., oppure la puntata di chi ha una barca e viene a farsi il bagno alle Eolie, oppure ancora la trasgressione di una notte brava – trascorsa in parte al dancing ed in parte schiamazzando e orinando per le strade e i vicoli di Lipari - di chi viene da Milazzo con l’aliscafo o il gommone e se ne riparte alle prime luci dell’alba. Aumenteranno, più di quanto non lo siano già oggi, i negozi di souvenir fatti ad Hong Kong, le pizzerie “mancia e fui”, le discoteche. E i ragazzi che oggi vanno a scuola – una volta raggiunto il diploma e magari la laurea - avrebbero di fronte un avvenire di commesse, di camerieri, di fornai, di buttafuori naturalmente precari perché lavorerebbero solo nella bella stagione. Dimenticavo, c’è anche – per qualcuno - la prospettiva di fare il vigile per tre mesi, illudendosi che i mesi divengano sei e poi si diventi stabili aggirando – ma come ? – la norma che nel pubblico impiego si entra solo per concorso. Tutto questo è il mio incubo, temo più realistico del sogno di Marco Saltalamacchia. Ma siccome sono un inguaribile ottimista e mi piace sognare, io credo nella redimibilità degli uomini e quindi anche degli eoliani. Io credo, spes contra spem (“la speranza che supera ogni speranza”), che i miei concittadini non si faranno menare più per il naso e che scelgano finalmente sulla base degli interessi comuni, che i miei concittadini una mattina si sveglino e dicano basta a chi ci impone la navigazione a vista senza progetto, a chi sa fare l’imbonitore ma vende solo parole mentre inesorabile continua lo scempio di queste isole. Si, anch’io ho un sogno….

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 9/2/2009

Condividi questo articolo

 


Potrebbero interessarti...



Vetrina immobiliare

Rudere con terreno Bagnamare Lipari
Villa Urbana Lipari Villa Urbana Lipari
1.250.000
Casa indipendente Valle Muria Lipari Casa indipendente Valle Muria Lipari
340.000
Casa tipica e rudere con terreno Casa tipica e rudere con terreno
199.000
Casa indipendente con giardino via Barone Lipari Casa indipendente con giardino via Barone Lipari
310.000

Notizie e interviste dalla Capitale

dalla nostra Daniela Bruzzone

Le ricette

Torta al Cioccolato con Panna Fresca by Marzia Ricca

Dalle nostre ricette ingredienti per 4 persone... scoprile!

Eolie Islands