Tirrenia, preoccupante stallo politico

Tirrenia, preoccupante stallo politico www.osservatorio-sicilia.it La situazione della TIRRENIA sta diventando giorno dopo giorno sempre più pesante. Ai giochi dei soliti furbetti si è aggiunto un preoccupante quanto gravissimo stallo della politica nazionale che sembra essersi incartata su proposte assurde e fuori da ogni logica politica, amministrazione ed industriale. Il rischio che si arrivi al 31.12.2009, data di scadenza della proroga U.E. senza sapere cosa fare dal 01/01/2010 è serio. Appare grave ed irresponsabile il modo in cui il governo nazionale ha inteso condurre una “trattativa” che di fatto suona da un ultimatum: “prendete alle mie condizioni e basta”. A quanto pare è ciò che trasparirebbe dalla famosa bozza di Accordo di cui, dopo la riunione che si sarebbe dovuta tenere martedì scorso a Roma, non si sa nulla. L’unica cosa certa è che il Ministero dei Trasporti, che non sembra avere “autonomia” nella questione, e dopo la riunione dell’ 08 .09.09 ha predisposto dei nuovi incontri, ma per singola Regione malgrado tutte le regioni siano concordi nell’affermare che il documento bozza predisposto dal Ministero non può essere assolutamente accettato. E’ estremamente semplicistico e fuori da ogni logica contrattuale pretendere che le passività delle società (leggasi debiti), dovuti essenzialmente ai ritardati bonifici dello Stato alle Società di Navigazione per la gestione del quotidiano (Sovvenzioni), e conseguenti esposizioni bancarie, vengano addossate alle regioni. Le sofferenze in bilancio per gli ammortamenti dovuti alle ultime costruzioni di naviglio sono assolutamente marginali per le Società c. d. Regionali e relativi per Tirrenia che fa gola ai soliti gruppi economici essendo un piatto prelibato a costo zero. Lo stato, pensa di addossare alle regioni l’uso di scelte politiche clientelari, prevaricatrici di ogni logica industriale ed amministrativa, che dagli ‘80 hanno imposto sulle navi in costruzione impianti e macchinari per salvare, con operazioni di tipo sociale assolutamente irresponsabili, la cantieristica e le fabbriche dell’indotto. Valga per tutti l’esempio di pronta memoria in Sicilia della M/t V. ISOLA di VULCANO, che ha costi di gestione di gran lunga superiori al M/t S. MARTINI impiegato nella stessa rotta. L’Isola di Vulcano è una M/t che ha una maggiore velocità del Martini ma, essendo utilizzata per le rotte Favignana/Trapani o Levanzo/Trapani, di appena 9,8 miglia a tratta e Levanzo/Favignana di sole 3,2 miglia, logica industriale avrebbe dovuto sconsigliare di farla acquisire a Siremar. Quei pochi minuti che guadagna in velocità, li perde in manovra essendo con sovrastrutture in lega di alluminio e più facile preda del vento in fase di ormeggio. Anche a chi non è un armatore viene facile considerare più utile acquisire una seconda nave tradizionale, magari con una velocità di un paio di nodi maggiore e con i correttivi di gestione frutto dell’esperienza di quelle già in esercizio, e il risparmio sarebbe stato assicurato malgrado l’equipaggio più numeroso. Sarebbe stata una scelta più sociale per il comparto perchè con una minore spesa di gestione avrebbero trovato più occupazione i marittimi. Possiamo continuare scrivendo che le scelte politiche, nella logica della tutela solo per la cantieristica, hanno imposto la nascita di Traghetti con automazioni diverse, da non poter permettere una politica di risparmio gestionale. E’ una storia che ha inizio con l’entrata in linea del Novelli nel mese di Dicembre 1979. Entro fine settembre dovrebbe essere stipulato tra Regioni e Ministero un accordo per l’acquisizione delle società e il trasferimento delle risorse necessarie per lo svolgimento del servizio. Fino a oggi lo Stato ha destinato al trasporto marittimo 173 milioni di euro, che verranno trasferiti alle Regioni, ma questa risorsa finanziaria coprirà l’80 per cento del fabbisogno reale, per cui sarà necessario reperire nuove risorse. Altrettanto per Tirrenia a cui nel tempo hano imposto, per motivi sociali, l’assorbimento di società di navigazione, leggasi navi e personale, quali la “Viamare” progettualmente nata morta. Un costo politico elevatissimo che non può oggi essere addossato semplicisticamente alle regioni. ”La posizione del Governo nei confronti e’ ancora lontana dalle istanze e dai principi posti per la regionalizzazione del cabotaggio marittimo”. C’e’ ancora molta confusione sui ruoli delle istituzioni e sulle modalità’ di trasferimento, non viene indicato alcuno strumento per sostenere l’efficientamento di Caremar, non si chiarisce se si potranno utilizzare gli ammortizzatori sociali previsti per la Tirrenia, e non vi sono riferimenti a risorse per esodi incentivati e ai fondi necessari per l’ammodernamento delle navi”. Questa la posizione della Regione Campania per Caremar, ma sintetizza il pensiero di tutte le regioni interessate. Per il segretario generale della Filt, Franco Nasso -”Si conferma la drammaticità’ della situazione di Tirrenia c’e’ bisogno dell’intervento del governo. C’e’ un’emergenza che riguarda i tempi e bisogna accellerare una decisione sul confronto. Non c’e’ un accordo con le Regioni, non e’ definito il bando per la privatizzazione e non si capisce quale sarà la clausola sociale e la difesa del lavoro “‘. Appaiono fondate le preoccupazioni della USCLAC/UNCDiM, Cap. Francesco Giuseppe D’Anniballe, che con nota del 04.09.09 all’Assessorato ai Trasporti della Sicilia invitava l’importanza assoluta di contemplare nel c.d. Accordo di Programma le risorse necessarie al rinnovo razionale del vetusto naviglio, le linee da assoggettare al servizio in trasferimento da FINTECNA e le tutele occupazionali e reddituali per i Lavoratori interessati, da inserire nei bandi di gara che verranno allorquando la Regione dovrà privatizzare. A questo punto, considerate le gravi responsabilità governative, l’accordo con le Regioni e’ in alto mare. Non e’ ancora stato “decisa” la procedura di trasferimento, e il bando è “semplicemente” abbozzato.L’assessore ai trasporti della Toscana Riccardo Conti è chiaro ed esplicito «Dopo mesi ci siamo trovati finalmente d’accordo su che partita giocare, ma l’arbitro ha solo fischiato l’iniziato della partita», spiegando poi come il testo tecnico ricevuto dai ministeri dei trasporti e dell’economia e che è stato proposto alle Regioni sia irricevibile. Posizione condivisa già dalla Presidenza della Regione Siciliana. L’unico punto fermo sembra essere quello indicato dall’A.D. della Tirrenia, Pecorini, che ha indicato il 30.06.2009 quale data di riferimento per stabilire l’appartenenza dei lavoratori marittimi ad una delle Società di Navigazione del Gruppo. Una questione delicatissima che sembra essere gestita (?) dal Ministero da tanti dilettanti allo sbaraglio con tanti furbetti intorno alla grande torta Tirrenia che, pulita dei debiti, diventa un boccone appetibile come Alitalia.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 9/13/2009

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