Terra dei due mari

Il Gruppo di Azione Locale “Capo di S. Maria di Leuca” comunica che il cortometraggio “Dei nachiri e dei mercanti ” con la regia di Corrado Punzi, è stato selezionato dalla giuria del VI Novaracinefestival a partecipare al concorso per cortometraggi nella sezione "Laboratorio" dell'edizione 2009. Il cortometraggio è stato realizzato dal Comune di Uggiano La Chiesa nell’ambito del progetto di recupero del frantoio ipogeo “Mulino a Vento”,iniziativa concretizzata con fondi comunali e del GAL Capo S. Maria di Leuca, grazie al contributo finanziario del Programma Operativo LEADER +, è stato possibile dotare il frantoio ipogeo “Mulino a Vento” di quelle caratteristiche di “spettacolarizzazione”, strumentazioni visive, sonore e luminose, finalizzate ad interessare costantemente i visitatori ed avere una capacità d’attrazione anche al di fuori delle stagioni prettamente turistiche. Il VI Novaracinefestival si svolgerà dal 13 al 17 ottobre 2009 e proporrà, come tradizione, cortometraggi internazionali suddivisi in varie sezioni: Scenari orizzontali (fiction ad ambientazione di pianura, mare, deserto, percorsi...); Altri territori: (corti a libera ambientazione); Corti delle scuole; Sezione Laboratorio (documentari sperimentali e animazione) Sezione Panorama. Le opere migliori verranno premiate col “Nando in bronzo”, opera di Libero Greco che si ispira al Nando dell'Andromeda di Dante Graziosi, anche se, naturalmente, reinterpretato in veste di filmaker delle pianure... Sono stati visionati oltre 280 film giunti da ogni angolo del mondo, solo ottanta opere sono state ammesse al concorso. Saranno 12 le nazioni rappresentate nelle varie sezioni del festival. Il frantoio ipogeo “Mulino a Vento” si trova sull’antica direttrice che congiungeva il paese di Cerfignano ad Otranto. La data della sua costruzione, il 1688, è stata rilevata da ricerche effettuate in biblioteche locali e successivamente rinvenuta su una trave in pietra leccese, durante i lavori di restauro. La tipologia è quella del “frantoio a grotta”, realizzato sino ai primi dell’800. Il frantoio è del tipo articolato, con planimetria irregolare, dai contorni delimitati da un ampio spazio circolare centrale, attorno al quale si sviluppano i diversi ambienti. Nel centro vi è la “petra te trappitu”, un blocco di pietra dura di “Soleto” o “Surbo” a forma cilindrica che veniva usata verticalmente sulla pista circolare ricavata nella vasca di frantumazione e che serviva allo schiacciamento delle olive. Si narra che il movimento di questa pietra molare oltre che dalla forza dell’asino, fosse coadiuvato da un sistema di pale che sfruttavano la forza del vento (da qui il nome della località che prende il nome di “mulino a vento”).

, a cura di Alfredo Gennaro D'Agata

Data notizia: 10/9/2009

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