"Nuovo gruppo Pdl frutto disinteresse su Sicilia"

Gazzetta del Sud PALERMO «Vorrei evitare di trovarmi tra qualche settimana con 20 Pdl in 20 regioni» si limita a dire il presidente del Senato Renato Schifani, a proposito della decisione dell'area che fa capo al sottosegretario Gianfranco Miccichè, di creare un gruppo Pdl Sicilia all'Assemblea regionale siciliana, coinvolgendo una quindicina di parlamentari. «Mi chiedo - ha aggiunto - se questo è un passo in avanti verso quella semplificazione della politica che hanno voluto gli italiani, oppure se è un passo indietro. Non compete a me fare valutazioni su quanto sta accadendo all'Ars ma credo che ci sia un margine di dialogo. Mi auguro che la politica sappia ritrovare la compattezza». Sulla situazione del Pdl in Sicilia, dove il Partito del Sud sarebbe «benedetto anche dal leader di An», Ignazio La Russa risponde: «Non mi pare che Fini faccia l'abate o il prete. Gli è stata comunicata la notizia e ne ha preso atto. Non mi pare che si possa considerare Fini dietro questa operazione. Quello che è sicuro è che in Sicilia c'è un ritardo del partito e questa è l'unica giustificazione che riconosco a quella scelta che altrimenti giudicherei scellerata. Dunque – conclude La Russa – rispetto a questo ritardo penso che si tratti di rimboccarsi le maniche, per cercare di operare in maniera condivisa. A quel punto non ci sarà bisogno di Pdl Sicilia, o Catania o Messina o magari Paternò (la cittadina dove è nato, ndr)». Gli dà man forte il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri: «Noi siamo il Pdl, e il Popolo delle Libertà in Sicilia è il Pdl, quello presieduto da Silvio Berlusconi. Non ci possono essere altri Pdl e non ci saranno nella Regione Sicilia altri gruppi con quella denominazione. Chi vuole stare nel Pdl ci sta, chi non ci vuole stare non ci sta». Ma l'operazione è partita da tempo ed è stata abbondantemente supportata da vari parlamentari nazionali che ponendo un problema di rappresentanza e di guida politica in Sicilia avevano proposto un'ultima opzione per fare marcia indietro: la sostituzione dei due co-coordinatori regionali con un triunvirato. L'esito negativo ha accelerato il percorso della "scissione" termine però esorcizzato da tutti gli esponenti del gruppo "ribelle" i quali si affrettano a precisare che si tratta invece di dare maggiore slancio al partito del premier sul territorio. E Gianfranco Miccichè, a capo dello schieramento che martedì si presenterà all'Ars, commenta: «Ritenevamo che fosse il partito nazionale a sistemare la questione qui in sicilia, ma non è stato fatto per mancanza di capacità o di interesse. Il presidente Berlusconi rimane il nostro leader e continuiamo ad avere assolutamente la linea del centrodestra italiano, ma serviva uno choc per fare capire a tanti quello che sta succedendo». A Sala d'Ercole dunque sorgerà il quinto gruppo (gli attuali sono Pdl, Mpa, Udc e Pd). Cosa accadrà nelle settimane successive è da vedere. E uno dei primi banchi di prova sarà la discussione che si accenderà all'Ars sul caso dell'assessore Gaetano Armao contro il quale è pronta una mozione di censura. Il capogruppo Udc Rudi Maira, nel ritenere che il governo Lombardo si muova su curve pericolose, gli lancia un ennesimo invito a sterzare. ma. cav.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 10/31/2009

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