Gazzetta del Sud
Michele Cimino
PALERMO
L'attenzione degli osservatori politici è ora tutta puntata sulla conclusione del dibattito domani all'Ars a commento delle dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione Raffaele Lombardo. «Presenterò un programma di dieci-dodici punti - ha confermato ieri Lombardo - che saranno trasformati automaticamente in disegni di legge. Saranno i deputati a doverli votare, e non credo che su alcune questioni dovrebbero esserci problemi, a parte alcune resistenze maligne». Mentre il co-coordinatore del Pdl Giuseppe Castiglione ha ribadito che il suo obiettivo principale è "rafforzare il patto di lealtà con gli elettori, e che non potrebbe lavorare per la soluzione traumatica della legislatura o per un ricorso alle urne». Per cui il Pdl sarebbe disposto a sostenere il governo Lombardo e a rilanciarne l'azione. «No so quale formula Lombardo possa scegliere per chiudere la crisi», ha commentato Gianfranco Micciché, leader degli scissionisti del Pdl. E esclusa l'ipotesi di una ricomposizione della maggioranza originaria, comprendente Pdl, Mpa e Udc, ha aggiunto di non credere all'ultima proposta di Castiglione per una maggioranza senza l'Udc. «Io non credo sia così - ha detto - ma se è così ne prendiamo atto. Posso comunque affermare - ha aggiunto - che noi in Giunta col Pd non possiamo stare e, di converso, presumo sia così anche per loro. Non avrei comunque vergogna ad accettare un Governo di minoranza, composto da Mpa e Pdl-Sicilia, con l'appoggio esterno del Pd; un esecutivo per le riforme, di connotato più tecnico che politico. E non sarebbe un ribaltone, anzi, posso affermare che noi del Pdl-Sicilia siamo al momento l'unico argine alle tentazioni di un ribaltone e all'eventualità che si torni alle urne, con Lombardo candidato del Centrosinistra. Sarebbe una disgrazia e tale la considera anche Berlusconi, che ho visto in questi giorni e che mi ha dato come unica indicazione quella di evitare che Lombardo vada a sinistra. Ma il problema è che ci sono presidenti del Senato, Ministri e coordinatori regionali che lo stanno spingendo lì. Se Alfano non avrà il coraggio di far rimuovere Castiglione dalla guida del partito nell'Isola». L'eventuale sostegno del Pd al Governo Lombardo per l'attuazione delle riforme ha già avuto l'adesione del gruppo parlamentare presieduto da Antonello Cracolici, anche se non torna a qualcuno dentro il partito. Come Bernardo Mattarella: «Il confronto avviato all'interno del gruppo parlamentare all'Ars - ha detto - deve proseguire nell'organo collegiale eletto un mese fa con le primarie, che è l'Assemblea regionale del partito. Serve - ha spiegato - per dare continuità all'esito del congresso e mantenere vivo il collegamento con l'ampia maggioranza che ha scelto il progetto di un Pd alternativo al sistema di potere del Centrodestra berlusconiano e ha bocciato il modello Termini Imerese, dove il Pd sta governando con Miccichè, con risultati per nulla esaltanti». Sulla stessa lunghezza d'onda il parlamentare Giovanni Burtone.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 12/8/2009
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