Gazzetta del Sud
Michele Cimino
PALERMO
Rovesciata la maggioranza all'Ars, il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, può proseguire, col sostegno del Pd, nell'attuazione del programma annunciato in campagna elettorale. Sala d'Ercole, infatti, a conclusione di un infuocato dibattito, ha approvato con 34 sì, nove voti contrari e nove astensioni, l'ordine del giorno del Mpa e del Pdl-Sicilia, con cui si accusano i lealisti del Pdl e l'Udc di aver provocato la dissoluzione della maggioranza uscita dalle urne e si ribadisce che "le priorità programmatiche illustrate dal presidente della Regione nella seduta del 2 dicembre", ovvero i dieci punti da trasformare in altrettante leggi, sono pienamente condivisi e avranno "il massimo sostegno politico e parlamentare". Inoltre, con l'ordine del giorno si ribadisce "l'obbligo di approvare in tempi rapidissimi i provvedimenti finanziari obbligatori che assicurino l'ordinata vita della Regione e la risposta ad alcune emergenze sociali ed occupazionali": rendiconto, assestamento di bilancio e esercizio provvisorio, in programma per la prossima seduta del 16 dicembre. A favore dell'ordine del giorno del cartello che sostiene il governo hanno votato i deputati di Pdl-Sicilia e Mpa, più l'on. Nino Beninati (del PdL) e ufficialmente, l'on. Mario Bonomo, ex Pd, che all'ultimo minuto ha chiesto di poter sottoscrivere l'ordine del giorno, più altri due dell'opposizione, fra cui, come ha denunciato l'on. Giovanni Ardizzone, la "indipendente" Marianna Caronia, non presente in aula. L'on. Caronia, che qualche mese addietro aveva lasciato l'Mpa per aderire al Pdl, poco prima della seduta, avendo sentito gli appelli del co-coordinatore del Pdl Giuseppe Castiglione a Lombardo per ricucire la maggioranza, ha fatto sapere di avere abbandonato i lealisti, proclamandosi "indipendente". Alla richiesta di Ardizzone di annullare la votazione, il presidente dell'Ars Francesco Cascio ha replicato che un solo voto non avrebbe modificato il risultato finale. Contro l'odg della maggioranza hanno votato i nove deputati dell'Udc presenti in aula, mentre nove deputati del Pd si sono astenuti. Il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo, che nel corso del dibattito aveva posto a Lombardo una serie di domande, le cui risposte sarebbero state la condizione per il sostegno alle riforme proposte dal governo, ha così spiegato l'astensione: "Dal presidente Lombardo parole dure contro la sua ex maggioranza e le politiche antimeridionali del governo nazionale. Un discorso che sembra preludere ad una vera discontinuità col passato. Il Pd valuterà i fatti che seguiranno". E, chiaramente, i fatti dovranno venire subito dopo la costituzione della nuova giunta, in programma per fine anno. D'altra parte, nel corso della replica, Lombardo era stato più che chiaro. "O si attua il programma di governo o sono disposto ad andare a casa stasera stessa". Quindi, facendo giustizia di ogni tentativo di mediazione avviati all'ultimo momento da lealisti e Udc per una riedizione della vecchia maggioranza, aveva ricordato che a rompere il cartello di maggioranza erano stati "alcuni personaggi", peraltro non presenti in aula, anche se all'origine di ogni sommovimento, dai quali era partita l'iniziativa del disegno di legge costituzionale per mantenere in carica questa Assemblea anche in caso di rimozione o morte del presidente. Costoro, ha sottolineato Lombardo, "piuttosto che andare avanti con la competizione, pensano di abbattere l'avversario, con mezzi anche mediatico-giudiziari. E se non bastano quelli politici, di abbatterlo e basta". "Gli insulti e i manifesti nei comuni contro di me da chi sono venuti? La bocciatura del Dpef è stata l'epilogo di una serie di attacchi quotidiani". "Avremmo potuto - ha aggiunto - non vedere questa condizione difficile. Avrei potuto lavorare meno e creare meno dissapori in aula e fuori, ma abbiamo preferito non ignorare le difficoltà e tentare di risolvere i problemi della Sicilia. Se avessimo operato con egoismo avremmo detto, chi vivrà vedrà. Se non avessimo pensato di intaccare i nodi strutturali del sistema non avremmo provocato impopolarità. "Stiamo lavorando - ha detto ancora Lombardo - affinché la Sicilia non sia più fanalino di coda in Italia. Abbiamo avviato il risanamento dei conti senza previsioni fallaci, ma varando un controllo mensile tra le uscite.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 12/10/2009
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