Eccola lì Porto Rico: tra la Repubblica Dominicana e le Isole Vergini, ha un proprio governo, ma è territorio degli Stati Uniti d’America. E si respira eccome l’aria statunitense, molto più di quella caraibica, che ho trovato solo nella piccola isola di Culebra e in qualche quartiere lontano dalla capitale.
La capitale è San Juan, molto carina, caratterizzata da romantici balconi in ferro battuto, dalla fortezza, da forti minori e vecchie mura che ne raccontano la storia, e da stradine arrampicate e piene di locali, che (ahimè) chiudono presto, a differenza delle aspettative.
E che dire della salsa?
Noi italiani partiamo ed arriviamo lì col mito dei balli latinoamericani, ma in realtà - come in Italia il liscio - quelle danze sono ballate nelle balere da gente non più giovanissima, che - come tutta la popolazione locale - ingrassa troppo e troppo presto. E io che mi aspettavo tante J. Lo…
Ma la bellezza della gente si trova anche nel sorriso e nella disponibilità, e i portoricani dagli occhi giallo-verde ne abbondano, sia dell’uno che dell’altra; sono infatti sempre sorridenti e gentili con il turista, curioso di conoscere quest’isola.
Per concludere con le attese disilluse… quello che proprio non mi aspettavo è la presenza di incredibili centri commerciali, grandi e ben forniti outlet, che offrono il meglio della moda casual americana a prezzi davvero competitivi.
Ma non si va a febbraio ai Caraibi per fare il bagno in acque cristalline e per abbronzarsi al sole invernale, che in Italia arriverà tra qualche mese?
Si, quindi eccomi a Luquillo, la spiaggia famosa per la impressionante lunghezza e per i chioschi di bibite e roba da mangiare, numerosi e numerati, ma inavvicinabili per noi italiani schizzinosi…
Luquillo effettivamente è una bellissima spiaggia, ma il mare è pieno di alghe.
Un bagno strepitoso si fa invece a Culebra, piccola isola dell’isola, raggiungibile in battello o in aeroplano. Una volta approdati o atterrati al porto di Culebra, in pochi minuti si arriva, con un pulmino allegrissimo (rigorosamente dotato di musica latinoamericana ad altissimo volume), nella mitica spiaggia chilometrica bagnata dal mare dai colori stupefacenti e arricchita dalle palme più magre e alte che abbia mai visto.
Questo lido di rara bellezza vale il viaggio, ma preparatevi ai ritardi caraibici dei mezzi di trasporto e non andate sull’isola nei giorni di festa, perché viene presa d’assalto anche dagli autoctoni. In due parole non fate come ho fatto io, che sono andata a Culebra il 15 febbraio, festa nazionale per il presidente degli Stati Uniti d’America.
Una soluzione alternativa alla giornata è sicuramente quella di fermarsi due notti, magari a dormire proprio in riva al mare, dove ci sono dei piccoli alloggi tanto deliziosi quanto selvaggi, che a noi cittadini darebbero la sensazione di essere dei naufraghi fortunati, momentaneamente lontani dal caos e cullati dal rumoroso silenzio del mare.
La flora della Isla del encanto è strepitosa e molto varia, nell’interno c’è una meravigliosa foresta, un “must” del viaggio: la foresta pluviale di El Yunque, che fa parte dei parchi americani e si trova in territorio montuoso, quindi è incredibilmente verde. Il percorso si snoda lungo la 191, un’unica strada tutta curve. Tanti i punti comodamente raggiungibili percorrendo solo pochi passi, dopo aver parcheggiato l’auto. Uno di questi è la Catarata la Coca, che con i suoi trenta metri è la vetta più alta del parco.
La torre Yokahuc offre una eccezionale vista sul parco, che arriva fino a Luquillo e alle isolette ad est. Posteggiata l’auto, si prosegue a piedi lungo un sentiero immerso nel verde fino ad un raggio di sole che illumina la Catarata de la Mina, una cascata circondata da piante e fiori, che termina in un laghetto azzurro, dove si può fare il bagno: giungla e cascata sono un ricordo indelebile.
Ammirata e menzionata la flora isolana, non si può non sottolineare la bellezza e la ricchezza della fauna di Puerto Rico, dove personalmente ho incontrato numerosi iguana, ma purtroppo non ho mai incrociato la rana coquì (un piccolo anfibio notturno che emette una nota acuta come una cantante lirica), l’animale più famoso dell’isola, simbolo stesso del territorio portoricano, che invece ho ammirato solo in marmo!
Lingue ufficiali dell’isola sono lo spagnolo e l’inglese; ovunque i ristoranti in cui servono tipiche zuppe locali, ma anche fastfood e casinò per giocare e trascorrere le serate; è necessaria la macchina per essere indipendenti e girare la isla, ma servono pazienza e buena vista per capire le strade dell’isola: anche il centro città è indicato male e facilmente ci si perde.
Ma Porto Rico è anche altro: pittoresche le città di Ponce e San German, interessanti i siti archeologici di Caguana e di Tibes. Porto Rico però per me è stata soprattutto la nascita di un’amicizia. Che poteva nascere anche a Viterbo o a Messina, ma io ho conosciuto Raffaella a Puerto Rico!
, a cura di Daniela Bruzzone
Data notizia: 3/10/2010
dalla nostra Daniela Bruzzone
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