Gazzetta del Sud
Michele Cimino
PALERMO
Rifiuti, la riforma è fatta. Oggi il voto finale. A conclusione di una dura battaglia d'aula, e spesso anche nei corridoi attorno a Sala d'Ercole, è passata la linea dura. Gli Ato saranno solo 10, uno per provincia ed uno per le isole minori. Il presidente della Regione Lombardo, infatti, evitando che l'aula si spaccasse fra quanti volevano "salvare il salvabile" delle operosissime strutture che hanno rischiato di mandare in dissesto il 90 per cento dei comuni siciliani, con in testa parte della deputazione catanese, e i sostenitori della linea dura, ha ritirato la parte dell'emendamento all'art.6 bis che avrebbe consentito agli Ato di Termini Imerese, Caltagirone, Sciacca e Mazara del Vallo, dove già la raccolta differenziata è al 15 per cento, di avere proprie società consortili e, quindi, di fatto, di superare immuni la riforma. Ma l'Ars, dopo che l'assessore all'Energia Pier Carmelo Russo ha spiegato, uno per uno, il significato dei dieci commi dell'art.18, ovvero la norma transitoria che disciplina il passaggio dal vecchio al nuovo sistema e illustrato le deleterie conseguenze per l'amministrazione regionale e le sue finanze in caso di mancata approvazione, ha trangugiato anche l'amaro calice dei licenziamenti e, almeno nel 30 per cento dei casi, del ridimensionamento dei ruoli. Dai vecchi Ato passeranno alle Srr, le società consortili provinciali di gestione, solo quanti sono stati assunti con procedure regolari prima del 2007. Non solo. Per i prossimi tre anni le nuove strutture non potranno procedere ad assunzioni. Inoltre, il 90 per cento dei dipendenti dovrà scendere nelle strade per la raccolta dei rifiuti e solo il 10 per cento potrà occuparsi delle pratiche amministrative. In atto il rapporto medio è di 60 a 40 e in alcuni Ato la differenza tra operativi e amministrativi è anche minore. Approvato l'ultimo articolo, il presidente della Regione Raffaele Lombardo ha manifestato "grande soddisfazione" per una legge "che rivoluzionerà il sistema dei rifiuti in Sicilia, dando respiro ad un settore in evidente difficoltà e garantendo equilibrio di bilancio e servizi resi alla collettività". "Si tratta - ha rilevato - di una riforma che contiene i costi, riduce gli Ato a 9 più uno e pone le basi per dar vita ad un sistema virtuoso che punti sulla progressiva crescita della raccolta differenziata". "E' stato portato a termine - ha concluso Lombardo - un buon lavoro che ha consentito di dar vita ad una delle grandi riforme annunciate e sulle quali fa perno l'azione del Governo". Anche per il capogruppo del Pd Antonello Cracolici "è una buona riforma, che taglia e innova: la raccolta differenziata diventa centrale, sparisce la prospettiva di un sistema incentrato sui termovalorizzatori". Finalmente - ha concluso - si avvia un processo di risanamento e responsabilizzazione, necessario per invertire la rotta rispetto al disastro attuale". Non la pensa così la deputata del Pd Concetta Raia, secondo cui la "la decisione finale del ritiro da parte del governo di una parte dell'emendamento" ha determinato "la conseguente scomparsa di esperienze positive che in questi anni si erano distinte nel panorama disastroso della gestione dei rifiuti". "E' veramente vergognoso - ha incalzato il deputato del Pdl Marco Falcone - l'aver cancellato le buone prassi degli ex Ato virtuosi". "Il Governo, anche stavolta - ha aggiunto - ha deciso di buttare l'acqua sporca col bambino dentro". Per il pidiellino Giuseppe Limoli, ancora una volta Lombardo, con questa legge "ha tradito" il Calatino, avendo ritirato l'emendamento che avrebbe salvato anche l'Ato di Caltagirone. E ciò, secondo Limoli, che è anche ritenuto il più vicino al co-coordinatore regionale Giuseppe Castiglione, dopo aver privato "lïazienda ospedaliera Gravina del suo status giuridico". "Altro che fare di Caltagirone - ha concluso Limoli - capoluogo di provincia come tante volte preannunciato. Vuole magari cancellare la città di don Sturzo dalla cartina della Sicilia?". Soddisfatto, invece, il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini perché è stato "fondamentale, in questa prima fase, il Pdl che, a Sala d'Ercole, ha dimostrato di essere realmente un partito riformatore che non cede ad alleanze "inciuciate". «La proposta del governo ha avuto l'apporto determinante dei correttivi da noi presentati».
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 3/25/2010
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