Pdl all'attacco del gruppo "Sicilia" di Miccichè

Pdl all'attacco del gruppo "Sicilia" di Miccichè Gazzetta del Sud Mario Cavaleri Palermo Archiviate le Regionali, trascorsa la Pasqua, si riparte con furore anche se in verità il clima politico è teso da tempo e non c'è stata alcuna parentesi o festività ad attutire i toni dello scontro che adesso si alza ulteriormente di livello per tre motivi principalmente: contraccolpi del voto nelle altre regioni; alleanze in vista della mini tornata elettorale nei 41 comuni dove si voterà il 30 e 31 maggio; approvazione del bilancio, momento clou per il governo. Da oggi e fino alla conta a Sala d'Ercole, scenario dunque denso di fibrillazioni non stop dentro i partiti e nei rapporti tra loro. Il Pdl, gasato dal mancato crollo di consensi, prepara l'affondo alla componente di Gianfranco Micciché e al suo "Sicilia". Il co-coordinatore regionale Giuseppe Castiglione abbandonati i toni moderati torna alla carica con un aut aut: «Non ci sarà più spazio per altre formazioni in casa, a cominciare dal "Sicilia": inviteremo i deputati che vi hanno aderito a scegliere se rimanere dentro il partito e quindi adeguarsi alla linea del Pdl o andare via. A cominciare dalle prossime comunali, nessun logo o uso del nome, altrimenti ricorreremo al tribunale». Castiglione dice apertis verbis che è lo stesso Berlusconi a non tollerare più questo ibrido. «Micciché vuole andare avanti col partito del sud, come ha detto nell'ultimo incontro avuto con Schifani e Alfano ? Lo faccia, tanti auguri. Ma il Pdl è uno solo e chi sta dentro deve rispettarne la linea politica. Il che comporta che non ci saranno esponenti Pdl, comunque etichettati, nel governo Lombardo» su cui il coordinatore ribadisce il suo giudizio negativo: la legge rifiuti non produrrà gli esiti sperati; il Piano casa non realizza gli obiettivi; nove direttori generali sono ancora senza contratto; nel Bilancio non si intravedono strategie e mancano coperture tanto più dopo la sentenza della Consulta sulle accise che sottrae alla Sicilia oltre un miliardo. Quanto alle prossime comunali: alleanze dove possibile con l'Udc. Ma all'Udc guarda pure il Pd di Giuseppe Lupo che oggi alle 15 a Palazzo dei Normanni riunirà i deputati regionali per parlare di bilancio con un occhio alla prospettiva politica. Il Pd appare spaccato in quattro: il neo gruppo di ex margheritini di "Innovazione" con Francantonio Genovese e Antonio Papania; l'asse Cracolici-Lumia; gli amici di Lupo e D'Antoni; infine gli oppositori interni vicini a Mattarella. L'incontro di oggi servirà a concordare una posizione unica. Quanto alle alleanze, Lupo spera di mutuare il "modello Liguria" trovando un'intesa nel Centrosinistra per arrestarne il declino, con il coinvolgimento di Udc ed Mpa. Però in tal senso risposte non arrivano. Anzi Saverio Romano, segretario regionale del partito di Casini, ritiene improbabili eventuali alleanze e domani farà il punto nella sede dell'Udc con l'ufficio politico e i deputati regionali. C'è un rapporto antico con il Pdl che sicuramente sarà riproposto, peraltro l'afflato come abbiamo visto è reciproco. L'Mpa punta sui suoi candidati e comunque sta valutando nelle singole realtà territoriali la scelta migliore: c'è tempo fino al 5 maggio, termine di presentazione delle liste. Questo il quadro complessivo mentre Sala d'Ercole è convocata per il 13 aprile con all'ordine del giorno le dichiarazioni del presidente della Regione in merito alla vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto a Catania, data che Lombardo vorrebbe anticipare. Da stamattina comunque a palazzo dei Normanni si parlerà soprattutto di Bilancio, nell'apposita commissione e non solo. Il Pd dice no ad appesantire la Finanziaria con altre manovre, a cominciare dalla riforma della Formazione come vorrebbe il Governo; Castiglione si chiede come si farà a quadrare i conti senza ricorso al mutuo. Ma sulla manovra complessiva, l'architettura di Palazzo d'Orleans dovrebbe incontrare il favore della maggioranza di Sala d'Ercole.

, a cura di Peppe Paino