Politica e amicizia, il teorema di Pintus (2)

segue 3) Gli attrezzi. Un vero amico-politico si riconosce non solo e non tanto per gli strumenti che usa, quanto per quelli che non usa. Un comunicatore usa (pochi) strumenti di comunicazione, non (tanti) arnesi da tortura. L’approccio da "cervello più acuto" è più efficiente di quello da "boia". Invece un sacco di arnesi da tortura riempiono le nostre giornate. Ho visto le più accese resistenze ed i peggiori vizi comportamentali risolti con niente più che una buona parola ed un attento rispetto. 4) Le tecniche. Se la conoscenza è una questione di "sapere cosa", ed è di natura teorica, la tecnica è una questione di "sapere come", ed è di natura pratica. L’una è inconcepibile senza l’altra. Per molti amici-politici a parole che ci sono in giro, ci sono anche molti praticoni che hanno costruito il proprio sistema di amicizia fai-da-te mettendo insieme una "zuppa" fatta di diecimila consigli e trucchetti diversi, del tipo "se succede questo fai quello", che non hanno una struttura teorica, non hanno principi-guida, e quindi sono destinati a lasciare l’interessato "in panne" alla prima volta che manca il consiglio adatto alla situazione. 5) Il tempo. E’ un fattore cruciale, perché: - conta anche tutto quello che l’amico-politico non passa con noi;- Lui lo vive in modo diverso da noi; - il nostro è sempre molto "contato" e lo dobbiamo disperatamente far fruttare al massimo; - è spesso lui a decidere quando fare e quando non fare qualcosa.Morale: metterci il giusto tempo è l’unico modo per metterci meno tempo. Infine, il tempo nel nostro caso è anche sinonimo di "tempismo", che è lo strumento di solidarietà principale per l’amico-politico, in quanto per lui non è tanto importante quello che facciamo, ma quando smettiamo di farlo che conta: l’interruzione dello stimolo, la conversione immediata del "discomfort" in "comfort" è la prova dell’aver dato la risposta corretta, quella desiderata dall’amico-politico. 6) L’immaginazione. E’ quello che serve a rendere gustoso il menù da proporre al nostro partner, in mancanza del quale il convitto diventa una noiosissima e sgradevole routine. E’ quello che qualcuno definì "persino più importante della conoscenza". E’ quello che ci fa trovare il modo indiretto, il "pensiero laterale" per la sintonia, la suddivisione dei singoli movimenti da controllare per ottenere un effetto d’insieme. E’ quello che ci fa superare le difficoltà di comprensione. E’ quello che ci fa adattare alla situazione per trovare la soluzione. E’ uno dei sinonimi di "intelligenza". Sta ad ogni amico-politico naturale e non creato in laboratorio procurarsi queste chiavi ed imparare ad usarle tutte insieme. Ringrazio il Direttore per lo spazio concessomi. Francesco Pintus

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 4/21/2010

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