Finanziaria, l'aula riconvocata per questa mattina

Gazzetta del Sud Michele Cimino PALERMO Rinviato a questa mattina, per mancanza del numero legale, il voto sull'ordine del giorno che abroga i 27 articoli della Finanziaria che per il Commissario dello Stato sarebbero incostituzionali. L'abrogazione delle norme impugnate, proposta con un ordine del giorno a firma di Francesco Musotto (Mpa), Antonello Cracolici (Pd), Giovanni Greco (Pdl-Sicilia) e Mario Bonomo (Api), farebbe decadere il ricorso del prefetto Michele Lepri Galerano alla Corte Costituzionale e consentirebbe al presidente della Regione Raffaele Lombardo di procedere immediatamente alla promulgazione e alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione dei rimanenti articoli della Finanziaria. La votazione, che normalmente avviene per alzata e seduta, non è stata possibile perché Fabio Mancuso del Pdl ha chiesto la verifica del numero legale e in quel momento in aula erano presenti solo 39 deputati, mentre, considerate le assenze giustificate, avrebbero dovuto essere almeno 41. "Governo e maggioranza irresponsabili - ha rilevato il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini - si assentano dall'aula, facendo mancare il numero legale sull'ordine del giorno che serviva a pubblicare quel che resta di una Finanziaria che il Commissario dello Stato ha sonoramente bocciato. Ci chiediamo perché i deputati, invece di presenziare in aula, hanno preferito mettersi in congedo in massa, mettendo a repentaglio migliaia di lavoratori siciliani". Critiche alla Finanziaria sono state espresse anche dagli onorevoli Limoli, Mancuso, D'Asero, Torregrossa, Corona, Caputo e Falcone. Anche per il presidente dell'Ars Francesco Cascio "la portata di questa impugnativa è sicuramente significativa". "Su molte delle norme impugnate - ha precisato - io stesso avevo sollecitato una maggiore riflessione e diverse altre, con profili di incostituzionalità, sono state stralciate dal testo proprio su mia decisione". "Alcune disposizioni - ha detto ancora Cascio - dovranno certamente essere corrette e ripresentate nell'ottica di una maggiore coerenza costituzionale, in linea coi rilievi opportunamente sollevati dal Commissario dello Stato, con il quale si è istaurata una serena collaborazione, che spero possa portare nel prossimo futuro anche ad un'adeguata soluzione per quel profilo annoso e ancora irrisolto che attiene al destino delle norme impugnate, affinché si garantisca, a tutela delle prerogative statutarie della nostra Regione, che all'impugnativa delle norme segua una sentenza della Corte Costituzionale". Cascio ha concluso auspicando "che l'attività istruttoria del governo in relazione ai documenti finanziari, che di per sé hanno un'alta valenza politica, in futuro venga effettuata con una maggiore ponderazione". Il deputato Cateno De Luca, a sua volta, ha invitato l'assessore regionale all'Economia Michele Cimino "a rassegnare le proprie dimissioni, avendo proposto una Finanziaria basata fondamentalmente su un ulteriore ed enorme indebitamento, con l'aggravante della illegittimità di numerosi articoli che renderanno inefficaci alcuni provvedimenti importanti per lo sviluppo della Sicilia, come il credito d'imposta dell'occupazione". Sulla situazione politica, invece, si registra la replica al presidente della Regione, che ha confutato la dichiarazione del segretario regionale dell'Udc Saverio Romano, secondo cui a promuovere l'incontro romano per un accordo sulle riforme o, addirittura per la costituzione di un "governo di salute pubblica", da tenere in carica fino alle elezioni anticipate della prossima primavera, da parte del capogruppo Rudi Maira e dell'ex assessore all'Industria Pippo Gianni. Per Maira e Gianni, "Raffaele Lombardo usa il contorsionismo linguistico e ricostruzioni fantasiose per tentare vanamente di piegare lïUdc alle sue strane voglie che coincidono con un assetto di governo che stravolge il voto popolare". "Ai siciliani - prosegue la nota - non interessa sapere chi abbia chiesto per primo un incontro all'altro. La verità per quel poco che può importare è rimessa alla coscienza di ciascuno di noi. L'Udc ha espresso chiaramente la propria posizione in aula e nelle sedi politiche. Non c'è alcuna divaricazione tra la linea del partito a livello nazionale e regionale, né tanto meno tra il partito e il gruppo parlamentare. Quanto a presunti rapporti simbiotici prendo atto che questa definizione è entrata di recente nel vocabolario del presidente Lombardo dopo aver sperimentato da diverso tempo tale rapporto, diciamo siamese, con l'onorevole Cracolici e il Pd, e precisamente dal momento in cui frantumò la coalizione per le osannate maggioranze variabili". Per questa mattina, comunque, è in programma una conferenza stampa dell'Udc. E un'altra è in programma per domani ad iniziativa del capogruppo del Pdl Leontini che parlerà delle "decisioni del Commissario dello Stato sulla legge Finanziaria" e in merito a "novità sulla situazione politica regionale".

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 5/12/2010

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