Malfa, presentato il libro di Susanna Tesoriero

Malfa, presentato il libro di Susanna Tesoriero MALFA- Nel fascinoso cortile della Biblioteca Comunale di Malfa, all’ombra del centenario albero di mandarino, è stato presentato il libro (in italiano e “castigliano”,lo spagnolo degli argentini) “Emigrazione eoliana in Argentina” di Susanna Tesoriero nata, nel 1958, proprio in Argentina da eoliani emigrati nel secondo dopoguerra. E’ tornata in Italia nel 1971, ha lavorato nell’azienda di famiglia nell’isola di Panarea e, attualmente, vive a Messina con il marito e due figli. E’ autrice del volume “Isole Eolie: storia, tradizioni e cucina”, edito nel 2007 dall’editore Armando Siciliano. Con le sue opere l’autrice intende tramandare, in modo specifico ai figli degli eoliani d’oltreoceano, le radici e le consuetudini della cultura eoliana. All’incontro (intercalato da un intrattenimento musicale di Giuseppe Salvini al piano e alla fisarmonica), era presente un pubblico numeroso ed attento, che ha seguito con molto interesse, i vari interventi. Al singolare evento erano presenti, fra l’altro, la dott.ssa Elsa Saltalamacchia (Assessore alla Cultura del Comune di Malfa), la dott.ssa Clara Rametta (Assessore al Turismo), la prof.ssa Mirella Fanti ( Dirigente Scolastico Isole Salina), il prof. Giovanni De Maria (ex Preside di Istituti Superiori in Puglia), Cettina Calcagno ( Presidente dell’ Associazione Didime 90), Melina Ciccolo ( Presidente della Compagnia Teatrale “U Cufularu” di Malfa), Valeria Piccinini ((Presidente del Club Unesco Salina) , il maresciallo Gimmi Stefani ( comandante Stazione Carabinieri dell’isola di Salina),turisti e studenti universitari italiani e stranieri. All’iniziativa non sono mancati eoliani d’Australia e d’Argentina. Dopo il saluto del dott. Salvatore Longhitano (Sindaco del Comune di Malfa), Antonio Brundu (addetto culturale e bibliotecario) ha presentato i relatori: il senatore Nino Randazzo, il prof. Marcello Saija e il prof. Giulio Santoro; poi, prima di passare la parola a Susanna Tesoriero, ha letto due note sullo scienziato Renè Favaloro e sul musicista Antonio Triolo (che sono stati insigni e stimati eoliani d’Argentina). L’INTERVENTO DI SUSANNA TESORIERO: “Le mie origini sono eoliane, i miei genitori emigrarono nel secondo dopoguerra in Argentina ed è lì che io sono nata. Torno ragazzina nei luoghi aviti negli anni 70’. Trascorro lunghi periodi tra Panarea e Stromboli ma, prevalentemente, vivo a Messina. Da casa mia vedo lo Stretto di Messina e le tante navi da crociere che ogni giorno vi transitano; sento il lungo suono delle sirene che mi riportano indietro nel tempo:ogni volta mi commuovo e il mio pensiero va verso quel tardo pomeriggio quando lasciai il porto di Buenos Aires alla volta dell’Italia a bordo dell’Eugenio C. Neanche se volessi potrei dimenticare…e, sono certa, che neppure gli emigranti eoliani hanno dimenticato le loro partenze!.... Dall’Unità d’Italia e sino alla fine degli anni 60’ tantissimi siciliani e tra essi molti eoliani lasciarono le loro terre alla ricerca di una vita migliore verso paesi lontani: le principali mete erano America del Nord, Australia e America Latina (quest’ultima un po’ meno fortunata per le ben note vicende socio-politiche). Dei contingenti eoliani diretti in Argentina poco si è detto e quasi niente si è scritto; pochi sanno che, verso la fine dell’Ottocento, un’imbarcazione proveniente dalle isole Eolie, approdò sulla costa Malplatense, a bordo della quale vi erano coloro che diventarono i primi pescatori di Mar del Plata. Oggi, la città, meta preferita dei turisti è meglio conosciuta come la perla dell’Atlantico e il suo porto è uno tra i più importanti al mondo per l’esportazione del pescato. In un “rincòn” (angolo) del porto vi sono sotterrate le testimonianze di quei primi pionieri; così, quando il Centro Studi di Lipari mi ha proposto di raccontare le testimonianze da me personalmente acquisite negli anni, con molto piacere ho accettato. Come ho detto prima, sono figlia di un emigrante originario di Panarea e come tanti altri racconto un’esperienza gravosa di un’adolescenza non priva di difficoltà. E’ proprio a loro, a questa gente che va il mio pensiero ed è con la stesura di queste pagine che in qualche modo mi piace ricordare gli eoliani nel mondo, perché senza memoria non c’è futuro. Il libro, vuole anche porgersi come uno strumento di riflessione verso le nuove generazioni, soprattutto quelle di terza, che poco sanno e conoscono la storia dei loro avi. Penso sia davvero importante che non venga spezzata la continuità della loro identità tra la nuova patria e il paese d’origine così da mantenere sempre vivo l’interesse verso la cultura di paesi unici come le isole Eolie. Con questo volume ho voluto ridare vita ad alcune persone che, altrimenti, col tempo, sarebbero state dimenticate e nessuno avrebbe mai saputo dei loro sacrifici, dei loro ideali. Il libro basato principalmente sulle storie e sulle testimonianze delle persone da me intervistate e, ovviamente, sulla mia esperienza personalmente vissuta, vuole anche essere un omaggio alle donne degli emigranti e mi riferisco alle moglie e alle madri, perché soprattutto grazie anche al loro saldo puntello, al loro coraggio se questi uomini hanno dato il meglio di sè. Certamente non è stato facile per nessuno, neanche per coloro che hanno avuto successo, ma la loro determinazione, la loro tenacia andavano oltre le mille difficoltà. Ricordo benissimo come si viveva in ognuna delle case di questi eoliani, si parlava dialetto isolano insieme ad un castellano contaminato dalle sue espressioni più varie, ci si portava dappresso quell’atavico concetto di unità familiare tanto che spesso i figli, ancora adolescenti, alternavano la scuola con i lavori dei genitori sia in fabbrica che in mare a pescare. Ricordo una citazione dell’illustre scrittore Argentino Jorge Luis Borges che recitava:”La biblioteca di mio padre è stata il fatto capitale della mia vita”. Per molti di loro si può dire lo stesso. Allora, credetemi se dico che dentro ciascuna di queste storie, si cela il sentimento di un popolo animato da grande passione e volontà. Naturalmente nello scrivere questo libro, ho dovuto fare appello non solo alla memoria degli intervistati, ma alla mia e frugare nei cassettini dei ricordi. E’ possibile che abbia dimenticato di citare persone, di scivolare in errori o inesattezze e come ho detto prima che noi figli di emigranti siamo cresciuti tra dialetto e castigliano può anche darsi che si possa riscontrare qualche inesattezza di linguaggio, di tutto questo chiedo scusa. Concludo con l’auspicio che presto questo libro giunga in Argentina, affinchè i figli degli emigranti eoliani possano leggerlo e così sappiano che, dall’Italia, un’argentina (figlia di un emigrante di Panarea) non li ha mai dimenticati!. Ringrazio gli organizzatori di questa serata per la gentile accoglienza, in primis Antonio Brundu (direttore della Biblioteca di Malfa) ,il dott. Salvatore Longhitano (Sindaco del Comune di Malfa), la dott.ssa Elsa Saltalamacchia (Assessore alla Cultura), i relatori: il senatore Nino Randazzo, il prof. Marcello Sajia, il prof. Giulio Santoro, il Centro Studi di Lipari e, naturalmente, tutti i presenti”.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 8/15/2010

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