MARGHERITA GRANBASSI l'intervista

MARGHERITA GRANBASSI l'intervista

Grandissima schermitrice, Margherita Granbassi ha abituato gli Italiani a trionfi internazionali e si sta facendo conoscere meglio dal grande pubblico televisivo grazie alla partecipazione ad Anno Zero. Andiamo a trovarla nel camerino del Teatro Delle Vittorie dove registra la trasmissione e cerchiamo di scoprire cosa ha spinto la nostra doppio Bronzo alle ultime Olimpiadi e Oro ai Mondiali di Torino 2006 ad accettare questa sfida televisiva. Una cosa è certa. A noi Margherita piace, sia con la maschera che con il microfono. Non posso non farti qualche domanda di scherma. Margherita, quando e dove hai cominciato il fioretto? La carriera schermistica è cominciata a otto anni a Trieste, dove sono stata solo un anno con il maestro Dario Codarin, purtroppo scomparso; ho proseguito dai 9 ai 21 anni in una società sportiva udinese, in cui ho lavorato con Andrea Magro, poi commissario tecnico della Nazionale, che mi ha fatto crescere molto e mi ha davvero trasmesso la passione per la mia disciplina. Perché la scherma? L’ho scelta perché la praticavano i miei fratelli più grandi, ho visto loro, ho iniziato, mi è piaciuta molto, ma ero predisposta per lo sport in genere. Sempre a correre appresso alle palle o con le racchette in mano. Ero una bambina molto scatenata. Devi pensare che in occasione di compleanni o feste mi facevo regalare solo cose sportive, compreso il fioretto. Sai che ricordo le Olimpiadi dell’88 proprio bene?! Ho immagazzinato tutto quello che è successo nella scherma e potrei ancora oggi raccontarti episodi e medaglie. Ed ero piccolina… Allora immaginavi che saresti diventata una campionessa di altissimo livello? Da bambina sognavo con i campioni. Nel ’92, quando ho visto vincere la Trillini col ginocchio rotto, ho vinto insieme a lei. Mai potevo immaginare che un giorno ci saremmo scontrate per un bronzo alle Olimpiadi. Avevo miti, idoli, che mi davano emozioni, mi facevano sognare, ma non andavo in palestra pensando di vincere a tutti i costi o per diventare una campionessa! Ad agosto hai conquistato i Bronzi cinesi dopo importanti vittorie a Mondiali ed Europei, che hanno seguito la deludente partecipazione alle Olimpiadi in Grecia. E’ stato un quadriennio notevole, la mancata medaglia olimpica ad Atene è stata una grande delusione non tanto per il risultato, quanto perché finita la gara non avevo dato tutto sotto il profilo tecnico, caratteriale e mentale. Da lì è scattata una voglia di riscatto, di non sprecare. Se hai fatto trenta devi fare trentuno, non bisogna scendere con rimpianto dalla pedana, non devi poi rimproverarti “avrei potuto fare…”, non va bene, devi essere a posto. Cosa hai imparato alle Olimpiadi di Pechino 2008? Tante cose. Non è solo l’apparenza quella che conta. La Cina ha organizzato un’Olimpiade eccezionale, quasi perfetta, però sono rimasta con tanti punti di domanda, anche perché, come sai, sono stata coinvolta in quello che succede lì, nella questione Tibetana. Torniamo a Margherita bimba. Immaginavi di diventare una coprotagonista della prima serata di Rai 2? No, è stata una sorpresa ancora più grande, tanto inaspettata quanto bellissima, e che mi ha portato a fare delle scelte importanti. Sono andata al provino senza alcuna pretesa, per provare ad affrontare un’esperienza nuova, certamente non ho mai pensato di essere o diventare una nuova Lilli Gruber, perché io sono io! Ti è utile l’esperienza da schermitrice in televisione? Devo dire che la consapevolezza di voler imparare e di voler compiere piccoli passi con umiltà accomuna le due cose. L’approccio ad entrambe è simile! Quanto ti emoziona la diretta? Che differenza c’è con una trasmissione registrata? Emozione tanta, un po’ come la pedana, hai il cuore in gola, ma abbassi la maschera e vai. Qui si accende la lucetta rossa e vai! L’idea della trasmissione dal vivo ti mette quella tensione e quella adrenalina particolari. Sono stata ospite in trasmissioni registrate e ho fatto un pochino di gavetta su Sky Sport, durante i pochi weekend liberi…Ho imparato tanto da quella esperienza, facevo interviste ad altri atleti e grande era l’emozione. La vera differenza tra diretta e non…sono gli scrupoli che mi faccio in registrata per il povero operatore di ripresa e per il suo possibile triplo lavoro! Cosa c’è della campionessa in televisione? C’è l’idea di prendere le cose sapendo che per ottenere determinati risultati nella scherma si devono fare piccoli passi e l’idea di “sono in ballo…balliamo!” Cosa c’è della giornalista in pedana? Giornalista? Mi piacerebbe definirmi tale! Continua....



Daniela Bruzzone

Data notizia: 2/9/2009

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