L’uomo Bernabò Brea raccontato dall’amica Cettina Voza

L’uomo Bernabò Brea raccontato dall’amica Cettina Voza

“Una cultura «immensa» mai esibita, accompagnata da grande riservatezza e  signorilità erano le sue caratteristiche che lo rendevano caro a tutti, soprattutto a Lipari tra la gente comune, con cui intratteneva rapporti di vera cordialità: conosceva tutti per nome e condivideva con loro la bellezza e i problemi. Mi è capitato di vederlo correre per prendere il traghetto chiamando a gran voce il comandante perché lo aspettasse. Del suo stile impetuoso ricordo  che nel  corso di uno scavo sull'isoletta di Ognina, tardando il barcaiolo, raggiunsee a nuoto l'soletta con taccuini e penne tenuti in un sacchetto fra i denti!”
Questa la dolce testimonianza sull’amico Luigi Bernabò Brea di Cettina Voza, ricercatrice di Storia e Archeologia, che non ha bisogno di presentazioni agli addetti ai lavori. Una testimonianza, appunto, da amica, che ci fa conoscere l’illustre archeologo come uomo.
1) Gent.ma dott.ssa Voza, cosa consiglia a un turista di ammirare nel museo archeologico Luigi Bernabò Brea di Lipari? Quali sono i “must” da non perdere?
Direi di dedicarsi al settore delle  maschere teatrali : sono esposte maschere di produzione liparota che rappresentano l'universo del teatro antico, dal teatro di Sofocle ed Euripide fino alla commedia di Menandro (vi sono identificati tutti i 44 tipi della Commedia menandrea). Unico poi il settore sulla formazione e l'aspetto geomorfologico dell'arcipelago eoliano, straordinario per la varietà e ricchezza delle documentazioni dovute a collaborazioni di vulcanologi eminenti come il prof. Rietmann e Il prof. H. Tazieff.
2) La sezione classica presenta ricchissimi reperti, tra cui anche oggetti di oreficeria. Un tocco vintage che va tanto di moda per le donne…
Gli ori provenienti da contesti funerari documentano il gusto e la raffinatezza; una recente mostra ne ha evidenziato il valore sociale, mettendoli in relazione con l'universo femminile. Straordinario il complesso di bronzi di età preistorica: frammenti di armi, strumenti, lingotti di metallo grezzo, che costituiva forse un tesoro pubblico della città.
3) Il piano terra del museo della sezione classica (sale XVI-XX, XXVII), oltre a reperti provenienti da scavi effettuati tra 1950 e 1960 a Milazzo e  all’esposizione di sarcofagi, epigrafi e di cinerari provenienti dalla Contrada Diana, presenta reperti di archeologia marina…
Luigi Bernabò Brea viveva il mare come una creatura marina e ad esso approdava tuffandosi felice da una minuscola barchetta che possedeva; l’esperienza ligure con Lamboglia (creatore dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri di Albenga) lo portò a riguardare con attenzione ai ritrovamenti subacquei di relitti e anfore, il cui studio costituisce il cardine delle datazioni fondate sulla seriazione dei tipi classificati.
4) Secondo lei come si può concretamente rivalutare certi luoghi come le isole eolie e gli stupendi scenari siciliani?
Il museo di Lipari famoso nel mondo perché rappresenta l'indiscutibile punto di partenza per la conoscenza delle vicende che hanno interessato il mediterraneo centro occidentale dall'alta preistoria fino all'età romana. Continuare con rigore sistematicità e competenza l'opera svolta da Luigi Bernabò Brea dalla fine degli anni '40 fino alla sua morte è l'unico modo per poter migliorare la valorizzazione del patrimonio culturale eoliano.
5) Com’era l’uomo Luigi Bernabò Brea?
Bernarbò Brea e Paolo Orsi sono state le figure più rappresentative della ricerca storico-archeologica  in Sicilia e nelle isole minori dal 1800 a oggi. Bernabo Brea unì alle grandi capacità scientifiche grandi capacità organizzative. Grande la sua umanità e passione per ogni azione intrapresa, dallo scavo archeologico alla missione per l'Unesco  al Machu Picchu; studiò la pittura giapponese, della quale si appassionò con la frequentazione giovanile del Museo d'arte orientale Chiossone di Genova. Così nacque la sua pubblicazione sulla " Pittura dell' effimero", gli Ukiyo-e. Nel viaggio che ho fatto con lui in Giappone, ho scoperto la grandezza anche della letteratura orientale, allora accessibile solo in edizioni francesi, ma di cui mi aveva fornito ampia scelta di testi.

Di Alessandra Leone



Data notizia: 9/9/2014

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