Sicurezza ambientale e sviluppo ecocompatibile (1)

Sicurezza ambientale e sviluppo ecocompatibile (1) Vi proponiamo uno stralcio della nota del prof. Franco Ortolani, ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell'Università Federico II di Napoli, pubblicato dal sito meteoweb.it, in merito al terremoto e alle frane di lunedì scorso a Lipari: L’evento ha “stranamente” colto alla sprovvista anche alcuni rappresentanti siciliani dell’attuale governo in vacanza a Lipari; ad esempio il Presidente del Senato, secondo quanto diffuso dai mass media, era troppo vicino ai versanti di un’isola eoliana e avrebbe visto cadere dei massi nei pressi della sua imbarcazione. Anche Schifani, quindi, è tra coloro che Bertolaso ha rimproverato per non avere rispettato i divieti esistenti. Sarebbe interessante sapere se: - Schifani era al corrente di tali divieti; - come gli altri turisti aveva avuto modo di documentarsi presso gli uffici competenti; - c’era una adeguata cartellonistica leggibile da decine di metri di distanza sulle spiaggette e lungo le falesie; - che cosa c’era scritto sugli eventuali cartelli: era indicata la distanza di sicurezza alla quale i cittadini dovevano navigare o sostare; - in base a quali valutazioni tecnico-scientifiche erano state delimitate le aree rischiose; - chi doveva tenere lontani i turisti dalle zone a rischio; - è possibile sorvegliare tutti i versanti a rischio delle Eolie e delle altre coste continentali ed insulari. Boschi, Direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha affermato che i dissesti sono da attribuire a mancanza di manutenzione del territorio senza rendersi conto che le frane si sono verificate prevalentemente su falesie naturalmente instabili e inaccessibili. Bertolaso ha subito detto che i turisti sono stati “cattivi” ignorando i divieti già posti nelle spiagge con pericolo di crolli di massi; in altre parole ha scaricato sui turisti le conseguenze del sisma. Vale a dire che se non ci fossero stati i turisti, come nel dicembre 2002 a Stromboli quando si verificò lo tsunami, le frane del 16 agosto c.a. non avrebbero spaventato nessuno. Ma di che cosa vive, essenzialmente, Lipari (e le altre isole)? Non è il turismo la fonte di reddito principale? I rappresentanti delle istituzioni hanno dimostrato che gli effetti dell’evento non erano previsti in un piano di protezione civile e che i cittadini nemmeno immaginavano che potesse avvenire un fenomeno simile. Conseguentemente non sapevano nemmeno che dopo un evento simile è d’obbligo svolgere verifiche e monitoraggi. La sorpresa e l’impreparazione hanno “segnato” punti negativi nei turisti presenti a Lipari e potrebbero avere preoccupato altri turisti potenziali italiani e stranieri. Il responsabile della Protezione Civile Siciliana ha dichiarato dopo l’evento: “Salvaguardare l’ncolumità dei bagnanti senza creare allarme, in piena stagione estiva, è il tema a cui abbiamo lavorato. Le misure allo studio servono a trovare un equilibrio che permetta di convivere con i fenomeni sismici e vulcanici senza sottovalutarne la potenziale pericolosità”. Ma non sa che bisogna preventivamente fare tutto cio? L’evento del 16 agosto c.a. ha improvvisamente aperto gli occhi ai responsabili di istituzioni che devono tutelare l’ambiente e la vita dei cittadini. Si sono resi conto che eventi naturali potenzialmente disastrosi si possono verificare anche durante il periodo balneare nei “paradisi terrestri” quali i monumenti naturali rappresentati dalle Isole Eolie; conseguentemente è emersa l’inadeguatezza del sistema di difesa ambientale e dei cittadini. Il 24 aprile 2010 nell’ambito di un convegno organizzato a Lipari dal Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Messina avevo tenuto una relazione dal titolo “La Sicurezza Ambientale alla base dello Sviluppo Ecocompatibile e Duraturo” nella quale avevo ribadito che in un territorio (come quello delle isole) che è interessato da continua evoluzione si deve garantire ai residenti e ai turisti la “Sicurezza Ambientale”. Si devono valorizzare le straordinarie bellezze naturali ma non si devono nascondere i problemi connessi alla natura. Questi ultimi devono essere conosciuti e valutati e si devono attivare preventivamente tutte le necessarie misure tese a garantire la sicurezza dei cittadini. L’uomo deve sapere inserirsi regolamentando le sue attività con buone leggi e provvedimenti che prima di tutto debbono essere sottoposte ad una verifica preventiva di compatibilità con le leggi della natura. Le leggi emanate dal Parlamento Italiano e i provvedimenti degli Enti Locali devono essere in armonia con la Costituzione Italiana: chi amministra si dimentica, quasi sempre, di verificare come essi si armonizzino con le leggi della natura che di fatto governano le modificazioni fisiche di un territorio in evoluzione. A volte interventi previsti dalle leggi fatte dall’uomo sono messi in crisi da eventi naturali che si manifestano secondo ritmi naturali. Questi ultimi a volte non interferiscono sensibilmente con le attività umane; a volte, invece, si incrociano con le attività umane. Tale evenienza, a volte, determina vere e proprie catastrofi. Le interferenze tra ritmi naturali e attività umane non avvengono con continuità e interessano parti limitate del territorio. Dove si verificano, comunque, possono esserci eventi catastrofici che mutano radicalmente le preesistenti condizioni: le attività possono essere sconvolte anche per molti anni. L’assetto socio-economico può subire sconvolgenti tracolli specie per i cittadini direttamente investiti dalle catastrofi. (segue)

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 8/21/2010

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