Sicurezza ambientale e sviluppo ecocompatibile (2)

Sicurezza ambientale e sviluppo ecocompatibile (2) segue intervento prof. Ortolani ( nella foto una frana a Vulcanello) Ragionando sulle esperienze delle ultime decine di anni sembra che gli amministratori (nazionali e locali) si dividano essenzialmente in due categorie: c’è chi non si impegna nella protezione ambientale sperando, facendo i debiti scongiuri o rivolgendosi ai protettori prediletti extraterreni, che durante il loro mandato non avvengano disastri ambientali; c’è chi non si impegna nella prevenzione facendo segretamente voti affinchè si determinino situazioni di emergenza in seguito ad eventi naturali in modo da gestire il “post disastro” con i poteri speciali connessi e la possibilità di spendere disinvoltamente i soldi pubblici in deroga alle leggi ordinarie che regolamentano la spesa pubblica. E’ noto in tutto il mondo che l’ambiente naturale (ricco di inimitabili “monumenti naturali”) e antropizzato dell’area Mediterranea e del Mezzogiorno d’Italia è esposto ai più elevati rischi naturali permanenti d’Italia (rischio sismico, vulcanico, idrogeologico, geomorfologico). Le coste sono prive di piani di protezione dagli tsunami: non esiste alcun piano di protezione civile per tale problema che in passato ha seminato centinaia di vittime. I cittadini sanno che non possono essere eliminati i pericoli ambientali come i terremoti, le eruzioni vulcaniche e gli tsunami, sanno anche che si può adeguatamente organizzare un sistema di protezione della loro incolumità (figura 3). INGV e Protezione Civile nazionale e regionale, con la obbligatoria collaborazione di altre strutture di ricerca e di chiunque abbia buone idee, devono supportare i governi per andare verso la certificazione di sicurezza ambientale, particolarmente necessaria per le aree turistiche che garantiscono una consistente parte dell’economia regionale e nazionale. Certamente un turista preferirà venire in una delle nostre zone turistiche sapendo che sarà ospitato in edifici antisismici e che vi è un valido ed efficace sistema di controllo ambientale in grado di tenerlo correttamente informato e di garantirgli l’incolumità. Questo ammonimento lanciato in aprile è passato inascoltato: lo rilancio ora con la speranza che sia raccolto, non dai disattenti, ma dai cittadini ed operatori commerciali interessati ad un duraturo, ecocompatibile e continuo sviluppo nella sicurezza ambientale. L’invito va necessariamente rivolto al Governo Italiano dal quale dipendono Protezione Civile Nazionale e Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Si tratta di un invito rivolto come semplice cittadino che si può trovare in situazioni di emergenza conseguente ad un potente evento naturale. Credo che si debba evitare assolutamente che fatti come quelli accaduti nella primavera del c.a. (crollo di Ventotene) e il 16 agosto nelle Eolie possano causare vittime e danni alle persone. Bisogna investire negli studi scientifici tesi ad acquisire una conoscenza dei potenti fenomeni geologici e bisogna, obbligatoriamente, adeguare le scelte amministrative ai risultati sovvertendo l’attuale andazzo secondo il quale prima si individua “l’intervento-affare” e poi si”forzano” le conoscenze che ne devono confermare la fattibilità. E’ ora che sia avviata una nuova attività di ricerca scientifica finalizzata, e certamente non parassitaria, che possa consentire di avere una approfondita conoscenza circa gli effetti dei grandi fenomeni geologici elaborando i dati conoscitivi esistenti ed eseguendo nuovi studi miranti ad incrementare la sicurezza ambientale e dei cittadini. Si tratterebbe di avviare, finalmente, una attività di Protezione Civile basata sulle più avanzate ricerche al fine di elaborare piani di difesa del territorio e dei cittadini; difesa che può anche comportare la bocciatura di interventi pensati e previsti al di fuori delle conoscenze scientifiche qualificate ottenute da ricercatori indipendenti non influenzabili dagli amministratori locali e nazionali.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 8/21/2010

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