Caro sottosegretario Reina... (1)

Caro sottosegretario Reina... (1) Lipari- Lettera di Pino La Greca, esponente del Pd di Lipari al sottosegretario al sottosegretario alle infrastrututre e trasporti Giuseppe Maria Reina: Oggetto: Portualità isola di Lipari On.le Sottosegretario, ho letto ed ascoltato con estremo interesse La Sua intervista nell’occasione della recente visita a Lipari, soprattutto nella parte in cui parla della nuova portualità della nostra isola. Lei ha evidenziato che “non è più pensabile realizzare opere pubbliche di grande entità senza l'ausilio dei privati perché non ci sono risorse bastevoli”. “Ma la politica – ha proseguito – deve vigilare perché le opere vengano fatte nell'interesse collettivo. Quanto si deve realizzare deve venir fuori dalla discussione e dal confronto nell'interesse dei cittadini”. Da subito, quale cittadino residente, già amministratore del Comune di Lipari (ho realizzato io il Piano delle spiagge con annesse previsioni per la collocazione dei pontili galleggianti) e già segretario dei DS, ho puntualizzato che noi eoliani vogliamo i porti, ma non come proposto ad oggi dall’amministrazione Bruno. “Porti sì, ma non così”. Lei converrà con me che qualsiasi opera pubblica ed a maggior ragione per la realizzazione di ben tre nuovi porti, e sottolineo tre nuovi porti, è necessario che si osservino le leggi della regione Siciliana e della Repubblica Italiana; come Lei ha espressamente dichiarato (…) Quanto si deve realizzare deve venir fuori dalla discussione e dal confronto nell'interesse dei cittadini”. Discussione e confronto che non è avvenuto e non per responsabilità di chi si oppone ma totalmente a carico del primo cittadino del nostro comune. Sin dal primo momento ho espresso chiaramente al signor sindaco di Lipari una serie di valutazioni su quello che doveva essere, a mio parere, il corretto percorso per risolvere la complessa ed annosa problematica dei porti nelle nostre isole e soprattutto per Lipari. Progettualità della “Lipari Porti S.p.A.” e Piano Regolatore dei Porti La L.R. 29 aprile 1985 n. 21 “Norme per l’esecuzione dei lavori pubblici in Sicilia. all'art. 30, II comma, (Piano Regolatore dei Porti) prevede che i piani regolatori dei porti regionali sono approvati con decreto dell'assessore regionale al territorio e l'ambiente, su proposta del Consiglio Comunale. I piani regolatori dei porti sono redatti secondo le "Linee guida per la redazione dei piani regolatori portuali" emanate nel 2004 dal Consiglio superiore dei lavori pubblici.” Ad oggi, nonostante un incarico ormai decennale, e le centinaia di sollecitazioni provenienti da tutte le parti politiche presenti nell’arcipelago eoliano, l'amministrazione Comunale non ha completato l'iter di approvazione del Piano regolatore dei Porti e consegnare le direttive al Consiglio Comunale per le approvazioni relative. A mio modesto parere soltanto il Piano regolatore dei Porti è in grado di assicurare che le opere, come Lei afferma, (…) vengano fatte nell'interesse collettivo.” Progettualità della “Lipari Porti S.p.A.” e Piano Territoriale Paesistico delle Isole Eolie Ferme restando le considerazioni di cui sopra ad oggi non sappiamo se la progettualità della Lipari Porti S.p.A., rispetta le indicazioni dettate dal Piano Territoriale Paesistico delle Isole Eolie, strumento urbanistico a cui tutti i cittadini residenti debbono sottostare, sia per un semplice ampliamento edilizia sia per la realizzazione di investimenti in grado di creare nuova occupazione, come alberghi, strutture a servizio della nautica, ecc. ecc.. Il P.T.P., prevede due articoli in merito alla portualità l’art. 44, “Opere Marittimi costiere e portuali”, e l’art. 45 per la portualità dell’isola di Lipari. L'articolo 45, detta norme ben precise: Il problema, con particolare riferimento al sistema portuale di Lipari, non può essere affrontato a livello di semplici attrezzature portuali, di opere a mare e singole infrastrutture. Infatti l'indotto urbanistico della portualità è rilevantissimo in fatto di viabilità, servizi, parcheggi di scambio, parcheggi di sosta, rimessaggi, ricettività a rotazione d'uso, servizi di vendita specifici e generali, capitaneria di porto, rifornimento di carburanti a mare e a terra connessi agli attracchi, modificazione del tessuto urbano a monte ai fini della permeabilità verso il mare e delle destinazioni d'uso e di nuove coerenti destinazioni d'uso. Inoltre le zone di attracco, così come le parti esposte alla vista delle rotte interisole, richiedono speciali attenzioni paesistiche in relazione al livello mondiale del loro interesse culturale. Il Piano territoriale paesistico prescrive ai fini dell'esame per nulla osta di compatibilità paesistica: 1) un piano esecutivo che includa e metta in sistema tra loro le attrezzature portuali a mare e quelle a terra relativamente a tutto il vasto entroterra implicato nell'organizzazione del nuovo sistema portuale e dei suoi sviluppi in corso di definizione; 2) un piano dei porti conforme a detto piano urbanistico esecutivo. Come si può leggere anche il P.T.P., rinvia esplicitamente al Piano regolatore dei porti. Il Piano dei Porti del Comune di Lipari, quindi, deve essere conforme non solo al PRG ma addirittura ad un Piano Urbanistico esecutivo PUE, specifico per l'area portuale. Lei, nel ruolo che ricopre, comprenderà chiaramente che non è praticabile una qualsiasi ipotesi che preveda di approvare un sistema portuale che investe ben quattro strutture portuali e l'intera baia dell'isola di Lipari, senza predisporre il Piano regolatore dei Porti, conformandosi alle prescrizione del PTP e del PRG. Appare evidente che, nel predisporre il PRP, l'intera impostazione del waterfront urbano e l'uso degli specchi acquei protetti, ferme restando le esigenze di carattere operativo e gestionali, devono integrarsi armoniosamente con il PRG adottato dal Comune di Lipari. Entriamo adesso nel merito delle Opere, soprattutto in merito a quelle per le quali il mio personale giudizio è assolutamente contrario. L’area di Marina Corta è già stata oggetto di un intervento notevole quale quello della “Messa in Sicurezza” e ritengo che nell’area si debba soltanto prevedere delle opere di arredo urbano per abbellire la piazza senza intaccare ulteriormente il “water front”. Le ricordo che l'art. 9 della Costituzione ha eretto la tutela del paesaggio a valore primario dell'ordinamento, impegnando cosi tutte le istituzioni a concorrere alla tutela e alla promozione dei valori estetico-ambientali, con la conseguenza che la tutela del paesaggio non richiede alcuna comparazione con l'interesse del privato e prevale su una eventuale vocazione urbanistica del territorio (T.A.R. Bolzano, II sez., 6 maggio 1996, n. 115). segue

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 11/11/2010

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