Ars, a sala d'Ercole si parla soltanto

Gazzetta del Sud Michele Cimino Palermo Tre ore di bla-bla, ieri sera all'Ars, con l'intervento di 12 parlamentari dell'opposizione e otto della maggioranza, per discutere dell'organizzazione dei lavori, ovvero, di quanto deciso nella mattinata, a conclusione di un altro dibattito di due ore e mezzo in sede di conferenza dei capigruppo, dal vice presidente vicario dell'Ars Santi Formica. Non rappresentando più i capigruppo della maggioranza, col passaggio dell'on. Cateno De Luca dal gruppo misto al Pdl, i due terzi dell'Ars, ma solo 59 deputati su 90, ogni decisione è stata rimessa all'on. Formica. Si sarebbe dovuto riprendere, pertanto, il dibattito sulla legge per il commercio, ma l'assessore competente, Marco Venturi, con una lettera alla presidenza dell'Ars, ne ha chiesto il rinvio in commissione perché sul provvedimento non erano ancora stati sentiti i rappresentanti di categoria e non sarebbe stata ancora completata la revisione delle parti contestate in occasione di un precedente dibattito d'aula. Né si sarebbe potuto, a questo punto riaprire la discussione generale sulla riforma elettorale, sospesa martedì mattina su richiesta dell'opposizione in assenza di gran parte dei deputati della maggioranza, perché a giudizio del vice presidente vicario Formica sarebbe stato più opportuno consentire all'Aula altre 24 ore di riflessione. «Il presidente Formica – ha commentato il capogruppo del Pd Antonello Cracolici - ha deciso di non decidere. Non si è voluto mettere in calendario la legge elettorale solo perché ieri è stata votata la sospensiva ed era quindi meglio concedere altro tempo per riflettere». «Se la presidenza dovesse ravvisare le condizioni per giungere alla conclusione dell'iter per il ddl elettorale – ha poi precisato in apertura di seduta l'on. Formica – l'aula sarà convocata anche venerdì, data ultima della finestra legislativa prima di bilancio e finanziaria». «Per questa maggioranza – ha replicato Cracolici – sarebbe un errore tragico non fare la legge elettorale prima di qualsiasi altro atto, compresi bilancio e finanziaria. La decisione della presidenza serve solamente a non fare la legge elettorale. E poi quali sono condizioni per tenere aula venerdì ? Che non inizi a piovere in aula? Se l'opposizione vuole il gioco duro siamo pronti al gioco durissimo». «La legge elettorale – ha avvertito il pidiellino Salvino Caputo – non si può fare in questo modo, questa è politica di bassa lega. Deve essere mantenuta la sospensiva perché non sono venuti meno i motivi che hanno portato al rinvio della discussione. Non consentiremo a questo Parlamento di approvare la legge elettorale prima di bilancio e finanziaria». «Oltre ai trabocchetti mattutini, le regole calpestate, gli accordi traditi – ha commentato il deputato del Pd Bruno Marziano – adesso anche il deputato-turista che viene spostato da un gruppo all'altro per forzare il regolamento. Questo centrodestra – ha sottolineato – non sa più cosa inventare per impedire alla maggioranza di fare quello che avviene in qualunque parlamento democratico: decidere le leggi da approvare. In questo modo si apre un meccanismo perverso. Io milito in un partito che sa bene cosa significa fare opposizione: bisogna essere propositivi, si può anche fare ostruzionismo ma non si può pretendere di paralizzare tutto per i propri interessi politici. La cosa più grave è che con questo modo di fare si delegittima tutto il Parlamento e si fa un danno incalcolabile alla Sicilia». Parole al vento anche quelle del maggior rappresentante del Mpa, l'ex assessore Lino Leanza, che ha invitato l'opposizione a collaborare rivendendo insieme il testo della riforma elettorale. «Il governo venga in Aula – ha replicato il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini – a chiedere la prosecuzione esercizio provvisorio e si riporti in commissione la legge elettorale, da fare camminare parallelamente alla semplificazione». Di analogo tenore le risposte del capogruppo di Fds Titti Bufardeci e del vice capogruppo del Pid Totò Cordaro, che non ha gradito, e lo ha ricordato dalla tribuna, il commento del presidente della Regione Raffaele Lombardo all'iniziativa dell'opposizione, definita una «minoranza indefinibile e indecente», che profittando dell'assenza di molti deputati della maggioranza, nonostante gli accordi in conferenza dei capigruppo, aveva ottenuto la sospensione del dibattito sulla legge elettorale. «Prima la legge elettorale – ha avvertito Lombardo – e poi bilancio e finanziaria». Di legge elettorale, dalla tribuna, ha parlato anche il neo pidiellino Cateno De Luca, che si è detto anche disposto a votare a favore purché si accolga un suo emendamento circa l'incompatibilità delle cariche di assessore o di deputato dell'Ars con quelle di sindaco o consigliere comunale. In caso di accoglimento dell'emendamento, però, dovrebbero trascorrere tre mesi, sempre che qualcuno nel frattempo non chieda il referendum popolare, prima che la legge possa essere promulgata e applicata. Il dibattito sulla legge elettorale, comunque, riprenderà questa mattina alle 10 e, salvo nuovi escamotage dell'opposizione, dovrebbe proseguire per tutta la giornata.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 3/10/2011

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