Bilancio in surplace, si riprende stamattina

Gazzetta del Sud Michele Cimino PALERMO Per l'anno in corso la Regione potrà disporre di un bilancio di 26 miliardi e 500 milioni. L'Ars, dopo un lunghissimo dibattito e numerose interminabili interruzioni per concordare le modifiche da apportare al maxi-emendamento del governo, ha approvato, con il voto contrario dei deputati di Pdl, Pid e Cateno De Luca, i singoli capitoli del bilancio riferiti alle sole entrate. Il voto finale sulle entrate non è stato, però, espresso perché le opposizioni hanno chiesto la verifica del numero legale e, date le numerose assenze nelle file della maggioranza, i lavori d'aula sono stati aggiornati a questa mattina alle 11. Nel corso della notte, su proposta dell'on. Lino Leanza, Mpa, capigruppo, funzionari dell'assessorato al Bilancio e dell'Ars, insieme con l'assessore all'Economia Gaetano Armao e il presidente dell'Ars Francesco Cascio, avrebbero rivisto uno ad uno tutti i capitoli di spesa e i relativi emendamenti, di cui quasi tremila a firma congiunta di Cateno De Luca di Sicilia Vera e Fabio Mancuso del Pdl, per consentire al Parlamento oggi di procedere speditamente. "Il bilancio 2011 - ha sottolineato l'assessore Armao, in sede di replica - è il più complesso nella storia dell'autonomia. I margini di manovra sono strettissimi". D'altronde, già ieri, il maxi-emendamento è stato ridotto da 59 a 43 articoli, cura dimagrante non ancora conclusa. Tra le norme stralciate c'è quella relativa alla soppressione dell'Istituto regionale della vite e del vino (Irvv). Sono rimaste, invece, quelle che prevedono la cancellazione dell'Ente sviluppo agricolo (Esa) e dell'Istituto sperimentale zootecnico per la Sicilia. Confermata la norma per la liquidazione dei 10 Iacp, da sostituirsi con una costituenda Agenzia regionale per l'edilizia sociale. Ha resistito alla mannaia la previsione di un fondo di 150 milioni di euro da destinare al rilancio produttivo e alle imprese, e l'autorizzazione all'assessore all'Economia di accendere un mutuo di 200 milioni con la Banca europea degli investimenti (Bei) da destinare al credito d'imposta. Saranno aumentati, ma in maniera ridotta rispetto alle previsioni, i canoni demaniali e sarà abolita la Commissione regionale per l'impiego. Bocciato l'accesso gratuito a Internet tramite wireless e cancellata la norma che abrogava i consigli di quartiere ad eccezione di quelli di Palermo, Messina e Catania. Nel nuovo testo, inoltre, non c'è il comma 3 dell'articolo 6, che prevedeva l'istituzione di un fondo di garanzia a gestione separata destinato alle grandi imprese colpite dalla crisi. Si è salvata, invece, sempre all'interno dello stesso articolo, l'autorizzazioni al presidente della Regione di concedere un contributo di un milione di euro alla fondazione "Whitaker" per la manutenzione straordinaria di Villa Malfitano e di alcuni fabbricati sull'isola di Mothia. Ed è rimasto in piedi anche il comma 8 che impone alla Regione,alle Province, ai Comuni con più di 20 mila abitanti e alle Asl la pubblicazione dei bilanci sui quotidiani. Oggi pomeriggio sarà muro contro muro quando si comincerà a esaminare i singoli articoli della finanziaria. L'assessore all'Economia insiste sulla necessità "di risanare e contenere le spese". E ha dedicato parte del proprio intervento ai fondi Fas, la cui cifra per la Sicilia è stata nel frattempo ulteriormente ridimensionata e che lo Stato, comunque, continua a trattenere a Roma. "E' interesse di tutti - ha detto Armao - che vengano concessi alla Sicilia. Non si tratta di denaro gettato al vento, ma di risorse che servono ad accompagnare un risanamento che è già in corso". Contro questa impostazione della finanziaria, fra gli altri, si è pronunciato il capogruppo del Pdl, Innocenzo Leontini, che ha preannunciato il voto contrario del suo gruppo: «Se non dovesse cambiare il nostro no sarà totale». Per parte sua Cateno De Luca ha ribadito che non intende ritirare i propri emendamenti. Nel dibattito, oltre all'assessore Armao, sono intervenuti gli onorevoli Antonino D'Asero, Giuseppe Buzzanca, Salvatore Pogliese, Salvino Caputo, Marco Falcone Antonino Beninati, Roberto Corona, Vincenzo Vinciullo, Raimondo Torregrossa, Fabio Mancuso e Innocenzo Leontini del Pdl; Giovanni Ardizzone e Giulia Adamo dell'Udc; Maria Anna Caronia, Antonino Dina, Salvatore Cordaro e Raimondo Maira del Pid; Michele Cimino, Antonino Scilla e Giambattista Bufardeci di Forza del Sud; Cateno De Luca del Gruppo misto.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 4/28/2011

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